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Monti sponsorizza Berlusconi:”Colpito al G20 di Cannes per nuocere all’Italia. E la concertazione è uno sbaglio…”

Creato il 12 luglio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

“A Cannes il Cavaliere fu umiliato per colpire l’Italia”. All’assemblea dell’ABI il premier toglie la giacca e mostra la maglia che indossa. Difende il disastro più grave della politica degli ultimi 20 anni. E attacca i sindacati…

Più le cose cambiano, più restano uguali. In fondo si è passati soltanto da un governo di imprenditori e maliarde ad uno di finti professori e massoni. Il cambiamento epocale, quello che doveva spazzare via la casta per restituire l’Italia agli italiani, è ben lontano dall’essere realtà.

Monti sponsorizza Berlusconi:”Colpito al G20 di Cannes per nuocere all’Italia. E la concertazione è uno sbaglio…”

Le parole di Mario Monti dal pulpito dell’assemblea dell’ABI sono quantomeno imbarazzanti e nascondono una volontà assolutoria nei confronti di quel Berlusconi che ha, solo temporaneamente, abbandonato la direzione del paese: giusto il tempo di fare il lavoro sporco.

Il risultato ottenuto è riassumibile in pochi punti: a.Berlusconi lascia il campo ad un impiegato di banca che farà il lavoro sporco, tutto tasse ed aumenti; b.l’impiegato di banca porta l’Italia ad un livello di esasperazione che fa dire a molti “si stava meglio ai tempi di Berlusconi”; c.Monti difende pubblicamente Berlusconi ed acuisce la distanza tra un governo di cooptati e un popolo che non può scegliere i suoi rappresentanti; d.Berlusconi annuncia il ritorno in campo. Ed in tutto questo marasma, Giorgio Napolitano non trova di meglio da fare se non invocare una legge elettorale diventata di colpo “indispensabile”. Per impedire l’avanzata grillina, magari, e fare in modo che una coalizione che prende un 30-38% di voti possa comunque contare sul 60% dei seggi parlamentari, grazie a premi di maggioranza bulgari.

In altre lingue, l’insieme di questi concetti viene reso con  il termine “dittatura”. Da noi ci barrichiamo dietro espressioni quali “governo tecnico” o ci nascondiamo dietro le richieste dell’Europa.

E’ uno sponsor pesante, Mario Monti. E le sue parole sembrano voler difendere Berlusconi ed accusare una strategia di sciacallaggio finanziario, da consumare ai danni di un paese che sarebbe giustamente apparso poco credibile, perché guidato da un uomo dedito al vizio che non rispecchia la tradizionale visione dell’uomo di stato. Dei vizietti privati, delle ragazze a pagamento, della crisi di valori e delle minorenni ad Arcore non è il caso di parlarne.

Utilizza lo stesso palcoscenico, il premier, per attaccare i sindacati. Raccoglie intanto l’assist del presidente Mussari, che aveva detto nel suo intervento che il governo non era stato “tenero” con le banche.

Se non lo è stato con le banche, alle cui fondazioni ha evitato il pagamento dell’IMU, figuriamoci lo sia stato con i lavoratori. Ma a superMario questo non importa: i lavoratori sono uomini di serie B. Mario Monti non è “uno della casta”, ma è la casta ad essere perfettamente incarnata in un professore che dovrebbe studiare la democrazia prima di aprire bocca.

Infatti, nel suo discorso tocca argomenti scottanti: si scaglia contro la concertazione, un male per la nostra società, quello che impedisce “ai nostri figli e nipoti di trovare facilmente lavoro”.

Le pernacchie sono scattate quasi subito, considerando che Giovanni Monti è stato assunto da Morgan Stanley, una banca d’affari statunitense, dopo essere stato per anni un dipendente fortemente voluto da Bondi in Parmalat (sì, lo stesso Bondi della Spending Review). Della legge Maroni (anche detta “Biagi”) non parla , del fatto che la precarietà sia diventata la regola per datori di lavoro senza scrupoli, nemmeno l’ombra: Mario Monti è un soldato del sistema bancario che ha il compito di tirare acqua al suo mulino che macina lavoratori e produce denari.

Parla di quel che non conosce, dice la Camusso. E per una volta siamo d’accordo con la CGIL. In sostanza, la volontà montiana è quella di un despota che vuole imporre scelte ammantate di autorità accademica, perché è ben consapevole del fatto che mai il popolo insorgerebbe contro questa nuova forma dittatoriale di stampo finanziario. Non si tollerano defezioni, né voci fuori dal coro, vedi Squinzi che con le sue dichiarazioni fa alzare lo spread…

E’ quasi un congedo, quello di Monti, che arriva casualmente (?) nella stessa giornata in cui il re dei pagliacci della politica italiana annuncia il suo ritorno in campo.

Passaggio di consegne? Ci auguriamo di no.


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