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Monti toppa a Bergamo: “La lotta all’evasione non si fa con la protesta”. Ma quella al governo sì…

Creato il 27 maggio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Parate di uomini in divisa, come accadeva nell’iItalia fascista e nella vecchia DDR. Palchi delle autorità, nella migliore tradizione propagandistica dei regimi autoritari. E’questa una delle possibili chiavi di lettura attribuibile alla passerella del premier Monti a Bergamo, in occasione delle celebrazioni per il giuramento dei cadetti dell’Accademia della Guardia di Finanza.
Un’occasione come un’altra, per dare sfogo al narcisismo dell’esceutivo, molto simile all’apparizione televisiva di giovedì scorso su La7, quella resa celebre dai 17 secondi di vergognoso silenzio a seguito di una domanda di Formigli (novello Bruno Vespa) in merito alla questione dei giovani e del precariato.
Anche in questo caso, la distanza tra la domanda (o rimostranza) rivolta al premier e il feedback di quest’ultimo, ricordano certe barzellette idiote dei tempi dell’infanzia, come quella del tizio che entra al bar per un caffè, ma il cameriere si rifiuta di servirlo perché l’avventore non ha una bicicletta fuori.
Alessandro Siani farebbe dire,ad uno dei suoi personaggi, che Monti ha scambiato ” ‘o cazz’ po vanch’ e l’acqua”, secondo un noto adagio partenopeo. I manifestanti lo additano come il maggior responsabile delle scempiaggini che il popolo italiano ha subito negli ultimi mesi. Chiedono meno tasse, dicono basta ad uno stato che si risolve talvolta nella sua sembianza elettoraloide, talvolta con quella erariocratica, sempre a sfavore dei governati.
La distanza tra SuperMario e i manifestanti si risolve in un paio di battute del premier: a chi protesta per l’oppressione fiscale, risponde che la lotta all’evasione non si fa con la protesta. E’ un attempato gentleman del profondo nord,uno di quelli che ereditano una tenuta sul lago Maggiore e la intestano a Goldman Sachs per non pagarci l’Imu.
E la colpa a chi dobbiamo imputarla? Non lo dice, ma lo lascia intendere con un fare da vera camicia verde. A Bergamo la colpa é del sud,ovviamente. Magari un giorno Monti si degnerà di rendere conto dei capitali depositai all’estero.
Parlare con Monti é complesso, ci sono problemi interpretativi non indifferenti.
Provate a chiedere l’orario ad un passante e pensate se costui Vi rispondesse ripetendovi il proprio codice fiscale: sulle prime ridereste a crepapelle, poi prendereste atto della grave menomazione mentale che affligge il Vostro interlocutore.
E poi vi chiedereste come ha fatto a laurearsi alla Bocconi, ma questa é un’altra storia.
Persino un aereo sorvola le teste dei partecipanti all’inaugurazione dell’anno accademico: trascina uno striscione che non reca parole d’amore come nella tradizione del cinema USA.

Dall’alto si chiede tregua. Ma il premier non parla la lingua del popolo. Nel suo “banchese”, la parola tregua si traduce con tasse. La protesta del popolo, caro Professore,non é contro l’evasione ma contro il governicchio bank-o-kratiko che presiede illegittimamente.
La gente vuole solo spravvivere. Un sistema perverso, fatto di numeri e finanza, la sta uccidendo.
E per le persone normali sembra esser scesa una notte che sembrerebbe non finire mai.


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