18 maggio 2012 Lascia un commento
M.S. Fogg non ha mai conosciuto il padre, molto presto restera’ orfano di madre ed e’ cosi’ che andra’ a vivere con uno zio strambo ma gentile che a sua volta morira’, lasciandogli in eredita’ qualche soldo e parecchi libri.
Il ragazzo s’iscrivera’ all’universita’ ma finendo i soldi e rifiutandosi di lavorare, arrivera’ ad un soffio dalla morte per inedia.
A questo punto l’amore per una donna e un lavoro da un vecchio cieco e paralitico, gli daranno un nuovo futuro e sconcertanti rivelazioni sul suo passato
Non c’e’ stato verso, in nessun momento del libro sono riuscito ad appassionarmi e dire che in realta’ si tratta di tante storie diverse con diversi protagonisti, il ragazzo da giovane, da studente, il vecchio, il professore e nessuna di queste mi e’ parsa degna di nota. In verita’ non si puo’ imputare ad Auster alcuna debolezza nella prosa e nemmeno nella narrazione ma sono ormai giunto alla conclusione che siano il suo stile e i suoi racconti a non piacermi, una mera questioni di gusti che impedisce un giudizio oggettivo.
Al di la’ di tutto pero’, ritengo vi sia di molto meglio in giro, come avventura interiore che nel mondo, persino con un surrealismo piu’ marcato ma ugualmente efficace al senso della storia dal momento in cui tra le pagine resta un amaro retrogusto di assurdo.
Puo’ piacere, a me no.