È la prima volta da diversi anni che non ho trovato le parole per commentare un match dell’Inter a caldo. In genere vittorie, pareggi o sconfitte (anche umilianti) non mi avevano esaltato o demoralizzato come la vergognosa sconfitta subita contro il Tottenham. Si sa è solo calcio, viviamo momenti tragici nella vita del Paese e nel mondo, ma anche se è solo calcio lo stesso di deve parlare di vergogna perché i nerazzurri (in maglia rossa forse di vergogna) hanno davvero raggiunto il minimo storico, almeno in campo internazionale.
Non mi ha stupito la prestazione indecorosa di Cambiasso il Bollito, sul primo e terzo gol dei londinesi ha colpe gravissime che lo rendono ridicolo come mai. Personalmente sono almeno un paio di stagioni che vedo Cambiasso in repentino e inarrestabile declino, vuoi per l’età vuoi per la “sazietà” vuoi per altre cause. Detto questo il resto della squadra non ha di certo fatto meglio, tolto il solito immenso SuperHandanovic, tutti gli altri hanno deluso e reso inarrestabile un’ottima squadra che è terza in Premier a 17 punti dalla vetta.
C’è sempre il match di ritorno per rimediare, ma manca la volontà e la possibilità di farlo. Non solo ci vorrebbe un miracolo (come dice Stramaccioni), ma ci vorrebbero altri calciatori, un altro spogliatoio ed un’altra società. Il tutto non è attuabile in tempi brevi e perciò non vedo l’Inter realizzare la rimonta impossibile.
Considero il match contro il Tottenham come la fine non solo di un ciclo, ma pressoché di una storia iniziata diciotto anni fa. Moratti non ha più la possibilità economiche di diciotto anni fa, anche se non è di certo il solo. È forse però il solo, ad alti livelli, a non avere accanto a se collaboratori competenti e consiglieri attenti e puntuali anche nelle critiche se costruttive. Moratti ha accanto a se “yesman” e cortigiani attenti solo a non contraddire il capo per non perderne i favori.
È oramai chiaro a tutti che il calcio odierno si fonda su due tipi di gestione; la prima è quella degli “sceicchi” che spendono e spandono fintanto che il Far Play Finanziario glielo permetterà o fino a che la crisi economica mondiale lascerà spazi per follie e capricci calcistici. In questo “piano alto” collocherei il Madrid, i due Manchester, il PSG, forse ancora il Chelsea. Sullo stesso piano, ma con modalità diverse, collocherei il Barça ed il Bayern M che hanno fiumi di denaro e un’organizzazione capillare che scova e “costruisce” grandi calciatori. Appena sotto metterei altre compagini tra cui il Milan e Juve, che non spendono fiumi di denaro però spendono ed hanno una buona competenza calcistica nei loro dirigenti.
L’altro tipo di gestione si affida totalmente al talento dei Direttori Sportivi e Tecnici che attraverso un intenso scouting scovano grandi (non sempre per la verità) talenti e quando è il momento buono li vendono. Un esempio possono essere le squadre portoghesi, quelle spagnole, quelle tedesche e in Italia squadre come Udinese (da sempre)o Fiorentina (con Masia e Pradè). Lalazio è un buon esempio, il Napoli vedremo quando non avrà Cavani cosa accadrà. Ovvio che ce ne sono molte altre, ma per sintesi mi limito a queste solo per spiegare ciò che intendo.
L’Inter di Moratti dove la si potrebbe collocare? Non più tra le squadre degli “sceicchi” arabi o russi fa lo stesso, ma neanche tra le squadre che fanno uno scouting intenso e intelligente. Perciò la soluzione è senza dubbio un cambio radicale della gestione, della rosa e perché no della proprietà. L’alternativa è l’anonimato costante con qualche saltuaria soddisfazione sportiva. Auguri.