La coppia Mourinho-Moratti è stata quella che ha rappresentato l’apice delll’era vincente morattiana: “In due facevamo una gran coppia. Lui ci metteva l’estro, ma anche il rispetto per l’azienda, per l’organizzazione societaria. José era molto scrupoloso e molto attento alle esigenze del club. Mancini? Anche con lui mi è andata bene. Ma quando ho preso Mourinho mi sono sentito dare del pazzo”.
Il discorso passa poi alla politica, in particolare con riferimento al premier Matteo Renzi e con una similitudine calcistica: “Mi piace la sua consapevolezza dell’urgenza. Lui è un velocista ma qui c’è da correre una maratona”. A Renzi potrebbe servire un Mourinho: “Ah, Mou! All’inizio chi sta a capo di un’organizzazione, sia essa un governo o un’impresa, ha un obbligo: saper scegliere di chi circondarsi”. Renzi accentratore come Berlusconi? “Per carità. Per fortuna sono molto diversi, vengono da origini distinte e distanti”.