Oggi alle 18 si inaugura alla galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone la mostra MOREisnotLESS, mostra di segni e segnali, che ruota attorno al tema dell'arte grafica, intesa come strumento di comunicazione, di scambio di idee, di volano di libere riflessioni.
Succoso antipasto ieri sera, nella medesima sede, dove i quattro protagonisti, Silvia Ziche, Massimiliano Gosparini, Flavio Massarutto e Vanna Vinci hanno intavolato un dialogo a più voci anticipando alcuni contenuti della mostra stessa, curata dalle associazioni locali ARTeFUMETTO e Centro Culturale Tranquillo Marangoni. Tanti gli spunti e le idee emerse durante la conversazione. Nel mucchio ne estraggo alcune.
Massarutto, esperto e critico di jazz e sceneggiatore di fumetti, ha parlato delle similitudini fra jazz e fumetto: dello sforzo performativo che il fruitore di entrambe le espressioni artistiche è chiamato a fare mentre ne gode. Inoltre, a lui interessa molto anche la performance dell'artista, jazzista o fumettista che sia.
Gosparini, pittore, disegnatore di fumetti e illustratore, ha svelato quanto ami lavorare in ambienti oscuri, cantine sporche e fredde, della sua collaborazione (ormai la terza) con Massarutto e della sua creatura di carta Ferrage, il robot nato da un operaio metalmeccanico, che deve continuamente rifornirsi di metallo per non morire.
La Ziche ha svelato le fonti di ispirazione del suo celebre personaggio Lucrezia, caratterizzato dal suo sguardo disincantato sulla realtà umana e sulle sue contraddizioni. Ha raccontato dei dialoghi senza senso delle telenovelas che era costretta ad ascoltare, spalle alla tv nella cucina di casa a Thiene, mentre faceva i compiti del liceo e di come questa scuola televisiva sia stata inconsapevolmente di aiuto anni dopo nella stesura della storia Zio Paperone e il mistero del papero del mistero.
La Vinci ha raccontato come nasce La bambina filosofica e il suo nichilismo, rappresentato perfettamente dal suo gorilla di peluche Lillo. Ha svelato come Aida al confine, il racconto a fumetti ambientato a Trieste, le sia sgorgato dentro arrivando per la prima volta nella città giuliana dalla strada costiera, colpita dal paesaggio, dal contesto e da qualcosa di difficilmente descrivibile a parole.
La mostra sarà visitabile fino al 20 gennaio 2013; il programma l'avevo già postato qui.