Morelli e Fornarelli: due eccellenti pianisti pugliesi "d'esportazione".

Da Gerovijazz @GEROVIJAZZ
Repost from Splinder (9 nov. 2011)
Fra i dischi usciti nel 2011 che ho segnalato negli ultimi tempi, prevalgono quelli di noti pianisti italiani come Gaetano Liguori, Stefano Bollani e Stefano Battaglia. Oggi voglio segnalare i CD recenti di due pianisti, altrettanto bravi anche se meno noti, legati fra loro dalla regione d'origine: La Puglia e dall'essere “emigrati” in Francia.
Il primo è Nico Morelli, nato a Taranto nel 1965, già allievo di Franco D'Andrea, che da anni si è stabilito a Parigi, senza tuttavia dimenticare l'Italia ed in particolare la sua regione d'origine. In attività ormai da circa vent'anni, ha inciso numerosi dischi, sia a proprio nome, sia come sideman.
A fine settembre è uscito l'ultimo album a suo nome: Nico Morelli Trio Live in Morocco (Bonsai Music 2011) con Aldo Romano e Michel Benita. Il disco è la testimonianza di una tournée effettuata dai tre artisti in Marocco alcuni anni fa, dalla quale emergono emozioni e sapori locali e l'attestazione di un perfetto affiatamento dei tre che avevano già collaborato in precedenza. Cinque dei dieci brani sono composizioni di Morelli alcune delle quali ispirate proprio dalle atmosfere magrebine.
 
Il disco è disponibile anche in rete su iTunes e altri siti analoghi.
Il secondo musicista, Kekko Fornarelli è nato a Bari nel 1978 e dopo anni di studio e di collaborazione con numerosi musicisti nel 2005 pubblica il primo album a suo nome, accolto molto favorevolmente dalla critica. Trasferitosi in Francia prosegue nella ricerca di un proprio stile collaborando con musicisti italiani e francesi. Nel 2007 pubblica il suo secondo album A French Man a New York dedicato a Michel Petrucciani, al quale prende parte anche il sassofonista Rosario Giuliani.
Quest'anno infine è uscito Room of Mirrors (Auand - distr. Egea 2011) in trio con Luca Bulgarelli al basso e Gianlivio Liberti alla batteria. Un disco originalissimo dal “sound cosmopolita fresco ed avvincente fra acustica ed elettronica” come ha scritto il mese scorso il critico Maurizio Zerbo nella sua appassionata recensione su all about jazz

Ispirato alla musica del trio del pianista svedese Esbjorn Svensson scomparso nel 2008 il disco è la conferma delle non comuni qualità di questo artista, il quale per cercare di rendere più appetibile la sua musica anche ai giovani ha realizzato un originale video-clip forse il primo di un jazzista italiano.

Nel concludere non posso che esprimere il mio rammarico per il fatto che molti straordinari talenti nostrani, a causa della miopia dell' establishment musicale italiano, siano costretti ad “emigrare” oltralpe per potersi affermare.

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