Dieci mesi.
Tanti ne sono passati da quando, versata l’ultima lacrima per la pubblicazione dell’episodio finale di Brendon, eravamo rimasti orfani delle storie del divo Claudio Chiaverotti. Chi segue gli Audaci sa con quanta attenzione il vostro affezionatissimo Rolando segua l’opera dello scrittore torinese e quanto abbia sofferto per la fine della serie dedicata alle avventure del malinconico cavaliere di ventura (non per niente, l’ultimo numero di Brendon, La notte degli addii, non è stato recensito: gli è mancato il cuore… più rivelatore di così!) con il quale ha condiviso una parte importante della propriaesistenza.
Se non è affatto vero che il tempo curi le ferite, è pur vero che aiuta a sopportare il peso di un’assenza, di una vacanza. E, allora, alla notizia della ripresa della pubblicazione di nuove storie di Brendon(quest’estate, con il primo di una - si spera lunga - serie di speciali a colori!), il buon Rolando ha ripreso – per l’appunto! - colore e ha deciso di ritornare a scrivere sull’opera dello scrittore di tanti capolavori della letteratura disegnata. Così si è informato (poco, in verità!, per lasciarsi il gusto della scoperta); si è recato – proprio il giorno dell’uscita del primo numero, il 20 ottobre! – all’incontro presso la Mondadori del Duomo a Milano, ascoltando la presentazione di Chiaverotti, della mitica Lola Airaghi (delizia del genere umano!) e dell’impeccabile MaxBertolini; ha letto e riletto L’uomo dell’ultima notte e adesso è pronto a far conoscere al mondo audace (c’è gente che si sta consumando nell’attesa!) quello che pensa riguardo la nuova creatura nata dalla mente chiaverottiana
Dopo le sentite parole introduttive del patron Davide Bonelli, il quale augura lunga vita alla nuova serie, ci troviamo di fronte ad uno splendido disegno incorniciato (sarebbe meglio dire schizzato) di rosso sangue a opera di Giovanni Talami, apprezzato disegnatore di ben sette albi di Magico Vento e autore de L’ultimo degli eroi (Brendon #90), bellissima storia che lo ha fatto conoscere al pubblico brendoniano.
Morgan, inoltre, ha una maschera tatuata. A pagina 61, durante un sogno, il protagonista afferma emblematicamente: «Questa maschera... è il mio volto... e sotto... non c'è nulla...». A differenza di un qualsiasi supereroe della Marvel o della DC, insomma, Morgan Lost non può mai smettere di essere ciò che è, non ha un’identità “altra” in cui riversare la parte “normale” della propria personalità. Questo, insieme al clima noir e notturno che pervade completamente l’albo, contribuisce a ricostituire quella classica tetra oscurità che tipicamente permea le opere di Chiaverotti.
Chiaverotti ha confezionato un numero d’esordio da manuale. Ha inserito praticamente ogni soluzione narrativa a sua disposizione: dalla narrazione serrata e incalzante ai momenti di riflessione, dal sapiente uso dell’analessi alla mise en abîme, dagli inseguimenti agli statici momenti di indagine classica, dall’evasione fantastica al ricordo doloroso, dal sogno rivelatore alle visioni inquietanti di morti che riemergono dal mare (nomen omen: forse il nostro Morgan viene dal mare e al mare ritornerà)...
Sfogliando l’albo non si può non notare la presenza del colore rosso: una novità assoluta e degna di essere sottolineata! Il protagonista è affetto da un tipo particolare di daltonismo che gli permette di vedere il mondo in nero, in rosso e nelle rispettive sfumature di colore. I colori scelti dall’autore, e realizzati a opera di Arancia Studio, non sono casuali: il nero è il colore della morte, della tenebra, il colore nel quale hanno sede i nostri incubi; il rosso è il colore del sangue, della violenza ma anche della passione…Interessante sapere che il disegnatore che lavora alla storia non è a conoscenza di quali suoi disegni saranno colorati di rosso; questo aumenta a dismisura il peso dell’operazione svolta dallo staff di Arancia Studio nella cura del dettaglio finale. Lola Airaghi lo ha descritto perfettamente in quel di Milano e, a dir il vero, il suo contagioso entusiasmo ora si dimostra ben giustificato, visti i risultati a dir poco esaltanti! Lei ha parlato di «un’intesa tacita e perfetta» che è riuscita a rendere alla perfezione l’idea iniziale di Chiaverotti e che è riuscita a mettere in risalto proprio i particolari giusti in ogni singola tavola.
Se questo primo numero di Morgan Lost è così ben riuscito dal punto di vista grafico, però, il merito è soprattutto del talentuoso Michele Rubini. Classe ’77, noto in Bonelli già da tempo per il suo corposo lavoro su Zagor, si assume l’onere e l’onore di consegnare alla storia il primo numero della nuova creatura chiaverottiana e possiamo dire che il suo lavoro è a dir poco eccezionale. La matita e gli inchiostri di Rubini ci trasmettono il freddo che devono provare sia Morgan che i numerosi comprimari e che rappresenta il gelo e l’oscurità del mondo alternativo nel quale le avventure si svolgeranno. Alcune tavole sono davvero da antologia del fumetto e la cura dei dettagli è al limite del maniacale per quasi la totalità dell’albo.
Insomma: un numero uno che ci ha entusiasmato e che raramente ci capiterà di ritrovare così ben concepito e realizzato. Alla fine del primo tempo, la sala ha applaudito per quindici minuti!Morgan – come ci rivela il suo stesso cognome - si è perso e va aiutato: non lasciamolo solo al buio e lui non ci deluderà!
RolandoVeloci (con il fondamentale aiuto del sommissimo Giuppo)
DATA: ottobre 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
DISEGNI E CHINE: Michele Rubini
COLORI: Studio Arancia
COPERTINA: Fabrizio De Tommaso