Morire ascoltando Patty Pravo

Da Aperturaastrappo

Gigi, uno scrittore, si trova nel suo studio, concentratissimo, in una giornata così calda da far sciogliere i muri del suo appartamento al settimo piano, così calda che per friggersi il pranzo gli bastava aprire le uova sulla sua coscia, peccato solo per la sua peluria, più fitta della foresta Amazzonica. La giornata per fortuna era anche molto ventilata, anche troppo ventilata, talmente tanto da far volare via dalla finestra la sua unica bozza dopo il classico “blocco dello scrittore” durato circa quindici anni, senza quel foglio, e data la sua amnesia cronica, Gigi sarebbe stato nei guai, e poi aveva assolutamente bisogno di cambiare la sua vita. Il foglio rimane in bilico nel cornicione sotto la sua finestra, deve per forza scendere sul cornicione per prenderlo. 
Nel frattempo, nella strada, un venditore ambulante di cd obbrobriosamente obbrobriosi, fan sfegatato di New York e innamorato di Gigi, passa sulla sua vecchia lambretta con sopra una mini statua della libertà. Gigi era chiuso in casa come una talpa che non vede mai la luce del sole proprio a causa di questo venditore innamorato, che stava sempre lì a fargli la serenata, e lui rinchiuso dentro a morire di vergogna e flagellarsi chiedendo a Dio se già il blocco non era stata una punizione sufficiente. Vedendo la scena pensa che Gigi voglia buttarsi, così, inserisce il cd di Patty Pravo. Gigi, era già esasperato, ma sentendo la canzone decide di farla finita, si butta e cade di pancia proprio sulla punta della corona della statua della libertà, che lo trapassa da parte a parte; nell’impatto, stomaco, milza e appendice volano in testa al venditore. Nel frattempo Patty cantava:
”Dimmi, sono solo guai per te,
ci sei, come puoi restare senza te,
piangi insieme a me, dimmi cosa cerchi!
La cambio io la vita che, non ce la fa a cambiare me,
bevi qualcosa, se non ti siedi, vuoi fare l’amore con me.
La cambio io la vita che, che mi ha deluso più di te,
portami al mare, fammi sognare, e dimmi che non vuoi … Morire!
E dimmi che non vuoi … Morire!.”
Laura Xerra

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