Non servono artifici letterari o linguaggi complessi, ma semplici e raffinate rime per descrivere la realtà. Una realtà che è composta da cose minuscole ma di buon gusto, oggetti che tocchiamo ogni giorno, spazi che percorriamo distratti. Lo sguardo di Wislawa entra in tutte queste cose, in ciò che inconsapevolmente ci definisce, e ne coglie l’essenza più profonda e più bella. Non è di grandi cose che è composto il mondo, ma di piccole. E sono quelle che fanno la differenza. Rivelandoci le proprie sensazioni, parlandoci della propria vita con il linguaggio della sincerità, questa straordinaria poetessa ci porta a osservare la nostra e a riconoscerne il significato più incantato: diventa, insomma, nostra amica. Come noi, Wislawa trema alla vista dell’amato, il cui passaggio fa sbocciare i fiori.
Qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato
Insieme a noi scrive della malinconia del “primo amore” ormai dimenticato, e ci ricorda di abbracciare la vita con forza. Di farlo, se non altro, per il nostro gatto.
Morire, questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare un gatto
in un appartamento vuoto?
Wislawa Symborska è in grado di riportare con versi lievi il mistero universale che si cela in noi, cosa siamo e come non siamo. Basta guardare con occhi diversi una cipolla, quando si scopre che tagliandola, rimarrà sempre se stessa, integra, “cipolla nella sua cipollosità”, mentre l’uomo che affonda il coltello nel ventre di questo ortaggio impeccabile, rimane confuso, violento e “ritorto”.
Questo è un ringraziamento che va a Wislawa Szymborska, morta proprio pochi giorni fa, (il 1 febbraio) per averci aiutato a capire che il gatto, il bicchiere di vino, la stazione, il primo amore, sono la poesia della nostra vita e che la ricchezza di ognuno non si nasconde nelle cose grandi, ma in quelle più piccole.