Morire quanto necessario, senza eccedereWislawa Szymborska

Creato il 09 febbraio 2012 da Tiziana Zita @Cletterarie

Dimenticate per un attimo tutto quello che sapete della poesia. Quell’arte misteriosa, nascosta, che cresce in silenzio, senza grandi clamori. Dimenticate tutto e pensate, per un attimo, alla vostra giornata. Al vostro gatto quando lo lasciate solo nell’appartamento, al bicchiere di vino che sorseggiate quando tornate, all’amore perso o ritrovato. Pensate alla stazione, al museo, al 16 maggio del 1973 (dove eravate?), a quelle cose che compongono la vostra giornata e troppo spesso diamo per scontate. E ora immaginatele sotto forma di parole e avrete così, la poesia di Wislawa Szymborska.  

Non servono artifici letterari o linguaggi complessi, ma semplici e raffinate rime per descrivere la realtà. Una realtà che è composta da cose minuscole ma di buon gusto, oggetti che tocchiamo ogni giorno, spazi che percorriamo distratti. Lo sguardo di Wislawa entra in tutte queste cose, in ciò che inconsapevolmente ci definisce, e ne coglie l’essenza più profonda e più bella. Non è di grandi cose che è composto il mondo, ma di piccole. E sono quelle che fanno la differenza. Rivelandoci  le proprie sensazioni, parlandoci della propria vita con il linguaggio della sincerità, questa straordinaria poetessa ci porta a osservare la nostra e a riconoscerne il significato più incantato: diventa, insomma, nostra amica. Come noi, Wislawa trema alla vista dell’amato, il cui passaggio fa sbocciare i fiori.

Ieri, quando il tuo nome
Qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato

Insieme a noi scrive della malinconia del  “primo amore” ormai dimenticato, e ci ricorda di abbracciare la vita con forza. Di farlo, se non altro, per il nostro gatto.

Morire, questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare un gatto
in un appartamento vuoto?

Wislawa Symborska è in grado di riportare con versi lievi il mistero universale che si cela in noi, cosa siamo e come non siamo. Basta guardare con occhi diversi una cipolla, quando si scopre che tagliandola, rimarrà sempre se stessa, integra, “cipolla nella sua cipollosità”, mentre l’uomo che affonda il coltello nel ventre di questo ortaggio impeccabile, rimane confuso, violento e “ritorto”.
Leggendo la Szymborska  tutto assume un altro significato e ci si può commuovere  seguendo i suoi consigli su come “scrivere il curriculum”. I cuori solitari, nelle sue poesie,  possono con gioia deridere le smancerie dei monotoni amici coniugati perché  un “amore felice”, in fondo, non è poi così “necessario”. Con ironia e un sano pizzico di cinismo, con grazia e schiettezza, la scrittrice  (premio Nobel nel 1996) ci esorta a capire che è la vita di tutti i giorni a essere speciale.

Questo è un ringraziamento che va a Wislawa Szymborska, morta proprio pochi giorni fa, (il 1 febbraio) per averci aiutato a capire che il gatto, il bicchiere di vino, la stazione, il primo amore, sono la poesia della nostra vita e che la ricchezza di ognuno non si nasconde nelle cose grandi, ma in quelle più piccole.


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