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Un bel (!) giorno la sua rockstar preferita (inventata a scopo filmico, ma vagamente simile a Ronnie James Dio) muore in un incendio, ed il caso sembra volere che l’ultimo disco dell’artista finisca esattamente nelle sue mani. Ascoltandolo, Ragman si rende conto che il vinile in questione possiede strani poteri, tra cui quello di indicargli (ovviamente ascoltandolo al contrario) come comportarsi per avere la meglio sui bulli che lo tormentano.
E’ vero che alcune scene sono fin troppo da B-movie (la cassetta che prima seduce e poi tenta di uccidere la fidanzata del bullo… vi prego!), è anche vero che il film “si lascia guardare” (banalità, lo so, che amo scrivere in questi casi) anche se magari non è degno di considerazioni social-filosofiche o di studi accademici. I più pignoli (o meno abituati, fate voi), peraltro, non disdegneranno alcune pacchianate di cui il film è ricchissimo. Del resto, non andateci neanche troppo per il sottile: già da 10 anni il cinema aveva proclamato la corazzata Potemkin “una cagata pazzesca”…
Problema di questo film: se lo fate vedere alla “donzelletta che vien dalla campagna” o al vostro amico appassionato di reggae o di motociclismo, è molto probabile che tenti di rincorrervi per chilometri brandendo una mazza da baseball. E tutto questo mentre pensa a voi che poco prima dicevate “ti faccio vedere un film troppo bello” lo farà infuriare ancora di più: in italiano corrente, significa che questo non è un film per tutti. E’ un film esclusivamente per metallari ed appassionati di orrore-brado che abbiano voglia di passare un’ora e mezza di divertimento. Non capire le allusioni e le auto-ironie (di cui il regista, nota bene, non abusa mai) significa perdere tre quarti del contenuto.