Da: Repubblica.it
La scatola nera rivela il rumore di un'esplosione. Mosca conferma e ordina lo stop dei voli sull'Egitto
I resti dell'Airbus Metrojet caduto in Sinai (ansa)
LONDRA - Sono state le informazioni raccolte dall'intelligence britannica e da quella statunitense nelle comunicazioni web tra membri di Is tra Siria ed Egitto a convincere i due governi che a uccidere le 224 persone a bordo dell'Airbus A321russo della Metrojet sia stata una bomba messa dallo Stato islamico.
Il cosiddetto Stato Islamico, abbreviato IS oppure ISIS come più piace al vario giornalismo, è una massa informe di fanatici che non vuole dialogare con nessuno, che uccide indiscriminatamente, come i normali esseri umani, non barbari, non fanno nemmeno agli animali, a meno che, seguendo la natura, non li uccidano per cibarsene, come fa ogni animale carnivoro.
Questi orrendi assassini vogliono solo uccidere per il piacere di uccidere altri uomini che non sentono come loro simili, considerando propri simili solo coloro che ritengono giusto ammazzare, ammazzare e ancora ammazzare, solo persone dell'Islam piene di odio verso chi non crede ad un Allah sanguinario, dedito alla mattanza della specie umana che non ha le loro regole di vita, che non si trovano nel Corano, ma solo nelle loro fanatiche teste.
Noi occidentali e non, dato che i russi certo non possono definirsi occidentali, possiamo difenderci da questo odio restando a casa nostra, evitando di andare in vacanza in Egitto, e non solo. Ma chi morirà di fame saranno tutti quegli uomini che nell'attività turistica avevano trovato una possibilità di vivere e di far vivere le loro famiglie, magari rimaste in un villaggio lontano, dove si vive ancora come 2000 anni fa.
Le ho viste queste persone che si sacrificavano a stare lontano dalle loro famiglie e che lavoravano come camerieri, giardinieri, uomini di fatica nei villaggi turistici.
Non sono mai stata a Sharm-el-Sheik, un mio figlio ci è andato 4 volte! Odio i villaggi turistici artificiali, ma mi sono fatta convincere ad andare a Marsa-Alam, solo per la maggiore vicinanza alle tombe dei Faraoni. Di quell'esperienza ho scritto e porto nel cuore la cura estrema che aveva della nostra stanza un gigantesco egiziano, che metteva da parte tutte le monete delle mance e che chiese a mio marito di cambiargliele in carta moneta, spiegandoci che la sua famiglia era lontana, in un villaggio lungo il Nilo e che lui la vedeva poche volte l'anno, ma con quel lavoro riusciva a farla vivere un poco meglio. Perché lo Stato Egiziano, allora con a capo Mubarack, faceva vivere il popolo in una miseria totale. Una cosa da lacerare il cuore: bimbi normalmente scalzi, sporchi, malvestiti di stracci... Case in realtà capanne, senza nulla: né acqua, né luce... Giovani che, invece, erano riusciti a studiare e che parlavano varie lingue solo per fare poi gli accompagnatori turistici a noi sui siti archeologici, vera ed unica ricchezza lasciata loro dagli antenati. L'ho scritto: porto nel cuore la contenuta, intelligente ironia critica sul suo Paese del giovane uomo egiziano che ci ha accompagnato attraverso il deserto fino al Nilo e alle vestigia di Luxor. Più di tanto non poteva dire, giacché doveva stare attento a come parlava, ma ha detto abbastanza sulla totale mancanza di prospettive, per un giovane colto, intelligente e capace, in Egitto. Dunque noi turisti siamo qualcosa per loro. Gli assassini tolgono loro questo po' di ossigeno. Ed è a loro che penso: ai camerieri, agli accompagnatori turistici... E per loro provo immensa pena.
Rita Coltellese *** Scrivere: Egitto, egiziani e coloro che detengono il potere