Detta così, gli ingredienti sono quelli del noir italiano, forse del romanzo di azione. E invece siamo completamente fuori dalle regole del genere. Perché è molto altro a catturare la nostra lettura. E in primo luogo proprio la figura complessa di questo magistrato, col suo senso del dovere e con le molte domande, con la sua religiosità che è dubbio, solidarietà, distanza dalle forme. Con la sua intima battaglia tra distacco e partecipazione.
C'è tanto passato che pesa, nella sua vita, a partire dall'uccisione del padre, uomo della Resistenza le cui idee non sono mai state assimilate in famiglia e che per il figlio è un'assenza che non è mai davvero riuscito a superare. Tanto passato che si proietta nel presente per farsi responsabilità e abbandono, possibilità di condividere la sofferenza e ripiegamento.
Verso una fine che non sarò anch'io a raccontare, ma che appartiene tutta alla nostra storia.