E' accaduto ieri ma accadrà ancora e non ci riferiamo solo alla tragedia di un giovane marocchino di 31 anni, Jouners El Kadiri, che è morto annegato nella riviera Paradiso, nella litoranea nord di Messina, dopo essersi tuffato a mare, molto probabilmente dopo aver mangiato e bevuto. Ma all'indifferenza nei confronti della morte che spinge i propri simili a continuare le loro attività "come se nulla fosse accaduto". E non è una vergogna messinese e nemmeno italiana, è una povertà d'animo che alberga nell'uomo.
Giorni fa, la stessa cosa è accaduta anche sulle spiagge di Formia, in provincia di Latina, dove, tra l’indifferenza dei bagnanti, giaceva il cadavere di una turista russa di 78 anni, morta per un malore mentre faceva il bagno. A pochi metri c’era chi giocava, chi amoreggiava, chi fumava, chi leggeva, chi rideva e chi faceva ritorno al suo ombrellone dopo una bella nuotata. Stessa scena si è ripetuta, nelle stesse ore, a Vibo Valentia in Calabria, dove è morto annegato un ragazzo di 19 anni. Ad agosto 2011 un episodio simile scosse Ostia, sul litorale romano. Il cadavere di un 67 enne rimase coperto per tre ore da un telo verde e un ombrellone mentre la gente vicina continuava a chiacchierare "come se nulla fosse accaduto".
Ecco, forse, sta racchiusa nella frase "come se nulla fosse accaduto" la chiave per capire il perchè di tanta indifferenza. Volendole dare una spiegazione nobile potremmo dire che è una forma di difesa dell'essere umano per esorcizzare la morte, laddove il suo spauracchio ci paralizzerebbe bloccando le attività che abbiamo in corso e, invece, "la vita deve continuare", un assioma che viene ben accettato e messo in pratica da quelli che lo adottano. Tuttavia, chi assume questo atteggiamento spesso non lo fa per dei principi così nobili ma "semplicemente" perchè non avverte nulla, come se fosse anestesizzato, una sorta di anestesia dell'anima. Gibran diceva che "l'indifferenza è metà della morte"e quelle persone che hanno continuato a vivere come se nulla fosse accaduto sono già morte perchè hanno incancrenito la loro anima.
E, ancora una volta, ci ritroviamo a pensare agli animali che, a differenza degli umani, conoscono parole come gratitudine e solidarietà. Basti ricordare quanti cani hanno continuato a vegliare i loro padroni per giorni, nell'attesa dei soccorsi, senza muoversi da loro capezzale. Ci sovviene anche la storia di alcuni cani che hanno continuato a stare vicino ad un loro simile dopo che è stata investito da un'auto in corsa. Mille sono i casi di "vero amore" tra gli animali, molto pochi, anzi nulli, quelli tra gli esseri umani.
Il filosofo greco Socrate affermava "Più conosco gli uomini, più amo il mio cane".
Antonella Di Pietro©