È morto Hiroo Onoda, uno dei protagonisti della seconda guerra mondiale. Protagonista suo malgrado, nel senso che Hiroo Onoda la sua guerra l’ha combattuta molto più a lungo degli altri. Onoda è infatti conosciuto nel mondo per essere il penultimo soldato dell’esercito imperiale giapponese ad “arrendersi” (l’ultimo è stato Teruo Nakamura, appena 7 mesi dopo Onoda, anche se quest’ultimo era l’unico ancora in vita). Onoda si è era rifiutato di credere alla resa del Giappone e aveva continuato la sua personale guerra fino al 1974. Onoda era stato distaccato sull’isola filippina di Lubang, nel 1944. Poi la resa del Giappone lo ha colto su quest’isola, ma nonostante i ripetuti tentativi di convincere lui e alcuni suoi compagni della fine della guerra, i conflitti con le popolazioni locali sono continuati fino al 1974, quando Onoda, persi i compagni, era ormai rimasto solo. I suoi stessi familiari aveva cercato di rintracciarlo per fargli capire la verità e alla fine erano riusciti a convincere un suo ex ufficiale, il maggiore Taniguchi, a ordinargli di deporre le armi e ad arrendersi.
Onoda fu poi riportato in Giappone e ricevuto con tutti gli onori dal Governo. Ma i lunghi anni di isolamento e le difficoltà a riambientarsi in un’epoca così diversa da quando era partito lo convinsero ad emigrare in Brasile con il fratello e a mettere su famiglia in Sud America. Il suo libro “No surrender: my Thirty Year War” è uno dei best seller del XX secolo. Dal 1984 era ritornato in Giappone e aveva anche fondato una scuola per bambini, la Shizen Juku Onoda.