Descrizione
Caratteristiche
Piante colpite
Sintomi
Conseguenze
Le conseguenze dell’attacco della mosca bianca possono essere diverse e tutte molto gravi. Oltre alla classica morte delle piante, gli effetti dannosi che portano sempre alla perdita di intere colture riguardano la trasmissione di virus e batteri all’interno delle foglie. La mosca bianca delle serre o del genere Trialeurodes vaporarium ha la triste fama di inoculare elle foglie virus e batteri che causano malattie alle colture rendendole inadatte alla commercializzazione per il consumo umano. Tracce di virus e batteri si sono avute in coltivazioni di lattuga e pomodori. L’ingresso dei virus all’interno della pianta viene reso possibile a causa dei piccolissimi fori che l’apparato boccale della mosca produce, fori che rendono le piante suscettibili alla penetrazione di molti agenti patogeni. Numerosi studi hanno confermato che la mosca bianca delle serre è il vettore privilegiato del Tomato chlorosis virus, agente infettivo che causa la clorosi o giallume delle foglie del pomodoro.
Come debellarla
Debellare la mosca bianca non è semplice, perché, come già detto ai precedenti paragrafi, le larve hanno sviluppato una notevole resistenza ai trattamenti con fitofarmaci. La lotta alla mosca bianca e la cura delle piante colpite è più semplice con gli insetti della fase adulta. Su questi ultimi possono essere efficaci due metodi: la lotta chimica e quella biologica. La prima si effettua ricorrendo a fitofarmaci, cioè insetticidi con una certa tossicità che uccidono l’insetto, mentre la seconda utilizza altri insetti o agenti naturali che debellano la mosca bianca senza il pericolo di contaminazioni tossiche nella pianta.
Lotta chimica
La lotta chimica contro la mosca bianca si effettua tramite l’uso di insetticidi che agiscono sia per via esterna o sistemica. Gli insetticidi di ultima generazione consentono di combattere efficacemente anche gli stadi larvali e giovanili del suddetto parassita. Gli insetticidi che agiscono sull’insetto adulto, sia per contatto che per ingestione, sono i piretroidi, derivati sintetici del piretro, una sostanza contenuta in alcune specie di fiori. I piretroidi sintetici hanno permesso di superare i classici limiti del piretro che evapora a contatto con i raggi solari. I piretroidi di sintesi sono molto più persistenti di quelli naturali ed agiscono semplicemente a contatto con la pianta. Non penetrano nei tessuti della specie vegetale trattata e sono liposolubili. Tra i piretroidi ricordiamo il pirimphosmetyl. Attualmente esistono più di 40 prodotti a base di piretroidi di sintesi che annoverano altrettanti nomi commerciali. Gli insetticidi sintetici vengono prodotti sia sotto forma di spray che di diffusore di vapore in modalità aereosol. Negli insetti adulti dotati di apparato boccale appuntito, gli insetticidi agiscono per via sistemica, mentre nelle larve, per asfissia, attraverso un meccanismo neurotossico che paralizza le loro funzioni vitali. I fitofarmaci per debellare la mosca bianca si possono spruzzare sulla pianta oppure diffondere tramite fumigazione. Trattandosi di sostanze chimiche bisogna evitare la contaminazione delle piante, specie se trattasi di colture destinate all’alimentazione umana, come frutti, pomodori e verdure. La melata prodotta dalla mosca bianca e la successiva propagazione della fumaggine possono rendere inefficace il principio attivo dei fitofarmaci adatti a combattere l’insetto. In tal caso bisogna ricorrere proprio alla fumigazione, trattamento praticato nelle colture in serre, dove si procede inalando una miscela gassosa di pesticidi. Questa procedura va effettuata prima del ciclo colturale perché ha lo svantaggio di usare sostanze molto tossiche, alcune delle quali bandite da interventi internazionali. Tra i pesticidi fumiganti via via eliminati dalle pratiche colturali troviamo il bromuro di metile. Il trattamento con piretrine va, invece, effettuato ogni tre, quattro giorni, per evitare la ripresa dell’infestazione.
Lotta biologica
La lotta biologica alla mosca bianca sfrutta, spesso, dei metodi definiti integrati, cioè praticati usando prodotti di sintesi in abbinamento a quelli naturali, o prodotti chimici derivati essenzialmente da sostanze naturali. Il Tanacid, è, ad esempio, un insetticida a base di piretro naturale. Il principio attivo viene ottenuto modificando la molecola del piretro presente nei capolini dei fiori appartenenti alla famiglia delle composite ( crisantemi). La sostanza si estrae proprio macinando i suddetti capolini. Il piretro naturale viene associato ad un composto di sintesi, il piperonilbutossido, che ne potenzia l’efficacia e la durata. Il prodotto agisce per 3, massimo cinque giorni attraverso un’azione neurotossica che paralizza le zampe, la testa e le antenne dell’insetto. Il Tanacid è impiegato per combattere diversi parassiti delle piante, tra cui afidi, cimici e dorifora. L’utilizzo dell’insetticida integrato per combattere la mosca bianca deve seguire precise regole. Il prodotto va applicato preferibilmente la sera o nelle ore meno calde della giornata. Meglio usare attrezzi a pressione elevata per irrorare tutta la pianta e le parti maggiormente infestate. Il trattamento va eseguito rispettando le dosi consigliate e impiegando delle soluzioni a pH acido per potenziarne l’azione. Per debellare la nuova generazione di insetti si suggerisce di ripetere il trattamento ogni settimana. Per distribuire uniformemente l’insetticida integrato è anche consigliabile aggiungervi dell’olio di soia che potenzia ulteriormente l’effetto del principio attivo. Una soluzione completamente biologica per combattere le larve di mosca bianca è l’utilizzo di una vespa chiamata Encarsia formosa. Si tratta di un parassita piccolissimo, appartenente alla famiglia degli imenotteri ( api), le cui femmine depositano le uova proprio sulle neanidi della mosca bianca , le quali, dopo la schiusa delle stesse diventano più scure. La vespa predatrice si usa in ambienti caldi e ben esposti alla luce, per cui è consigliabile usarla solo nel periodo primaverile o estivo. Le larve della mosca bianca fioccosa o degli agrumi si possono combattere anche con un altro insetto predatore simile alla vespa, il Cales noacki.