Moscerini sessualmente depressi si danno all'alcool

Creato il 19 marzo 2012 da Zonwu

I rituali di corteggiamento e accoppiamento, nel mondo animale, assumono spesso sfumature molto umane: quando osserviamo alcuni uccelli agitare il loro piumaggio per conquistare una partner, o un koala cantare per "amore", è inevitabile fare paragoni con il comportamento dell'essere umano.
Stranamente, è più facile accomunare il nostro comportamento a mammiferi, rettili, anfibi e pesci piuttosto che agli insetti. Gli insetti sono, per l'immaginario collettivo, quanto di più distante dalla sfera umana possa esistere, ed è anche per questa ragione che spesso provocano repulsione, o addirittura paura.
Il mondo degli insetti, tuttavia, è molto più complesso e simile al nostro di quanto si possa realizzare, e per dimostrarlo parleremo di una recente scoperta effettuata dai ricercatori della University of California e del Janelia Farm Research Center.
I ricercatori delle due università hanno studiato il comportamento sessuale di un famosissimo organismo modello, il moscerino della frutta (Drosophila melanogaster). Il moscerino della frutta viene ormai ampiamente utilizzato nella ricerca in campo genetico, fisiologico, microbico, e per comprendere l'evoluzione degli insetti. Il grosso vantaggio del Drosophila melanogaster è che non necessita di cure particolari per sopravvivere, si riproduce rapidamente, e depone una grande quantità di uova, dando modo alla scienza di osservarne l'evoluzione ed il comportamento come poche altre specie viventi consentirebbero di fare.
Anche il moscerino della frutta, come moltissimi altri animali, esegue una sorta di danza di accoppiamento, che si sviluppa in cinque fasi. All'inizio del rituale, il maschio esegue una sonata vibrando le ali, per poi avvicinarsi alla parte posteriore dell'addome della femmina per leccarne gli organi genitali. Il tutto si conclude con il tentativo di accoppiamento; ma non è affatto certo che la femmina starà buona e calma ad attendere che il maschio abbia depositato il suo seme.
La femmina, infatti, può rifiutare la corte del maschio volando via, scalciando con le zampe posteriori, o facendo fuoriuscire l'apparato ovopositore. Ed è proprio il rifiuto da parte della partner che innesca nei maschi di moscerino una reazione che spesso abbiamo osservato nell'essere umano: si danno all'alcol. I ricercatori hanno osservato che dopo un rifiuto da parte di una femmina, i moscerini della frutta sono più propensi a mangiare cibo ad alto contenuto alcolico. Questo comportamento sembra essere regolato dal neuropeptide F (NPF), dato che bassi livelli di NPF sono stati registrati dopo un accompiamento non riuscito.
Ma come indurre il rifiuto all'accoppiamento nei moscerini della frutta? Un gruppo di maschi è stato sottoposto a quattro giorni di continui respingimenti da parte di femmine che si erano già accoppiate. Dopo essere stati scacciati, i moscerini si sono dimostrati più attratti dal cibo ad elevato contenuto alcolico, al contrario dei moscerini più fortunati che si sono accoppiati con successo.
Manipolando la produzione di NFP, i ricercatori si sono accorti che abbassando i livelli del neuropeptide si aumentava l'attrattiva nei confronti dell'alcol. La presenza di NPF, inoltre, può essere associata ad altri stimoli, differenti da sesso o stordimento alcolico, come un odore o un particolare segnale di natura chimica, in modo tale da innescare una reazione del tutto simile a quella osservata dopo un corteggiamento non riuscito.
"La ricerca fornisce il collegamento di natura molecolare tra le ricompense naturali come il sesso, e le ricompense dovute a droghe come l'alcol" spiega Ulrike Heberlein, neurologo a capo del team di ricerca. Il neuropeptide F è legato al sesso e all'alcol, e il suo funzionamento potrebbe essere del tutto simile ad un altro neuropeptide, Y (NPY), presente nell'essere umano e in altri animali, e oggetto di studio per comprendere la sua relazione con la dipendenza da sostanze alcoliche o droghe.
Il NPY può rendere "alcolisti" ratti e cavie, e potrebbe essere connesso direttamente con le esperienze negative che portano alla dipendenza da alcol e droghe. "Abbiamo prove nei roditori per quasi ogni cosa che abbiamo proposto nella ricerca, ma non penso che nessuno si sia ancora preoccupato di metterle in relazione" spiega Galit Shohat-Ophir, neurologo coinvolto nella ricerca.
"NPY e le droghe che modificano la funzionalità dei recettori sono già sotto test clinici per curare ansia, stress post-traumatico, disordini dell'umore e obesità, e sono stati proposti come trattamento per l'alcolismo".
Rejected flies turn to booze

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