Alfano: "Alcune forze politiche hanno avuto il privilegio di subire gli arresti dopo il voto. In questo la Procura di Venezia è stata molto corretta". Insomma, il problema per Angelino non è tanto l'esondante corruttela che ha travolto l'affare Mose ma i tempi scelti dalla giustizia per mettersi in moto. Analisi di sconfortante superficialità, ma in fondo lui è solo Ministro dell'Interno.
Piero Fassino, detto Il Lungimirante: "Chiunque conosca Giorgio Orsoni e la sua storia personale e professionale, non può dubitare della sua correttezza e della sua onestà". Ad Orsoni conviene toccare ferro (e non solo): le divinazioni di Fassino vengono puntualmente smentite dalla realtà. Il suo vaticinio più noto resta quello sul M5S nel luglio 2009: "Dato che Beppe Grillo vuole fare politica, fondi un partito, metta in piedi un'organizzazione e si presenti alle elezioni: vediamo quanti voti prende".
Daniela Santanchè: "Troppi mostri vengono sbattuti in prima pagina". E qui non si capisce se si riferisce a Galan e Orsoni o agli editoriali del suo compagno Alessandro Sallusti.
Dario Nardella: "Non posso dire nulla sulla vicenda del Mose, sul mio collega Orsoni, perché non conosco in dettaglio la questione; posso dire solo che certamente i sindaci sono continuamente esposti, per un lavoro quotidiano difficile, in prima linea, che spesso comporta anche pesanti responsabilità". Difficile prevedere come il neosindaco di Firenze governerà la città; certamente i fiorentini hanno trovato un degno epigono del verbo supercazzolaro di Renzi.
Alessandra Moretti: "Dobbiamo avere il coraggio di caricarci sulle spalle nuove regole che mettano fine per sempre alla corruzione". E già che ci siamo eliminiamo per sempre le guerre, le carestie, la fame nel mondo e le doppie punte.
Pina Ciriaca Picierno: "Il Parlamento deve fare la sua parte accompagnando il lavoro dell'Autorità con strumenti legislativi mirati, penso alla modifica della normativa sugli appalti pubblici e alla reintroduzione del falso in bilancio". Qualcuno avverta Giuseppina Picierno che proprio in queste ore in Senato si discute il rinvio di un mese per i lavori sul ddl anticorruzione in Commissione Giustizia.
Matteo Renzi: non pervenuto. Fonti vicine al Presidente del Consiglio rivelano che si sta decidendo in questi minuti se riciclare una supercazzola relativa a Expo 2015 o se scodellarne una nuova di zecca.