L’autrice del libro – finalista, tra le altre cose, al Premio Andersen 2012 – non è ovviamente la celebre attrice che viene spontaneo associare di primo acchito al nome, bensì la sua omonima scrittrice inglese e questo è il suo unico racconto per bambini.
Una storia quotidiana, la cui incantevole forza risiede esattamente nella semplicità, nel suo essere così incontestabilmente e candidamente “bambina”.
Un racconto dove la “specialità” è data in maniera diretta e immediata dagli occhi dell’infanzia che filtrano e rimandano il reale, rivestendolo di scanzonatezza e di freschezza, di candida schiettezza e di una patina, leggera ma persistente, di irresistibile umorismo.
Nulla accade al giovanissimo protagonista che sia fuori dal consueto, che sia lontano da ciò che vivono, e provano, tanti altri ragazzini, ma il lettore resta ugualmente inchiodato alle pagine, risucchiato dalla gaia potenza di un mondo bambino reso in tutte le sfumature dei suoi sentimenti e delle sue emozioni, piacevoli o meno che siano.
Un romanzo non recente – l’originale risale agli anni 60 – ma che rimane fuori dal tempo perché, al di là delle situazioni narrate, parla un linguaggio fanciullo che non invecchia mai e resta sempre vivo ed attuale.
Mossy Trotter vive in campagna, nei pressi di Londra, in una casa che dà direttamente su un grande parco.
Adora scorrazzare libero e, ancora più, è attratto dalla discarica vicina, piena zeppa di oggetti curiosi ed interessanti, che esamina con attenzione alla ricerca dei pezzi necessari per costruirsi la tanto desiderata bicicletta.
Ama imbrattarsi col catrame della strada in costruzione e non sopporta le amiche della mamma, in particolar modo la rigida e impettita Miss Silkin, troppo incline a dispensar consigli e a redarguire.
Mossy ha una madre affettuosa ma un po’ volubile, un padre gentile e attento, una sorellina un po’ fastidiosa e un fratellino nuovo di zecca in arrivo.
La sua storia dura, infatti, l’arco della gravidanza materna, periodo nel quale al ragazzino accadono un po’ di tutti i colori, dall’intervento per la rimozione delle tonsille al primo amore, da una festa di compleanno messa a rischio all’incarico di fare da valletto ad un noioso matrimonio.
Vicende di tutti i giorni che si vestono di eccezionalità, in uno scenario lieto, amorevole, solo un poco ombrato dalle normali difficoltà di una famiglia.
Qualche marachella, come è giusto che sia, tanta vivacità, una sincerità che, come in tutti i bambini, non fa sconti a nulla e nessuno, la giusta dose di musi lunghi e di entusiasmi. La ricetta genuina dell’infanzia, che mette allegria nell’animo di chi legge, lo riporta indietro, se adulto, e lo invita all’immedesimazione, se bambino anche lui.
Le avventure di Mossy Trotter possiedono una comicità genuina, non artefatta, assolutamente non caricata. Non si ride sguaiatamente ma la lettura risulta in ogni suo passaggio piacevolissima e divertente.
E poi ci si innamora del piccolo Mossy.
Già dopo le prima pagine si parteggia senza ritegno per lui, si prova ciò che prova lui, suoi sono gli occhi con cui si scrutano i rottami nella discarica delle meraviglie, sue sono le orecchie con cui si ascoltano i rimproveri di mamma e papà, sue sono le gambe con cui si corre liberi nel parco, sue sono le risate durante le scorribande in auto con un nonno eccentrico e vitale, suoi sono gli sbuffi durante le visite dell’insopportabile Miss Silkin, sua è la mano che stringe la sorellina quando vanno perdendosi nel bosco, e suo è il cuoricino che batte incantato per Alison, ribelle e vivacissima ragazzina così diversa dalle solite “femmine”.
Infine, in un panorama di libri per bambini – anche bellissimi – che mostrano situazioni familiari difficili ed estreme, spesso dolorose, mi pare bello sottolineare quanto l’atmosfera “di casa” che emerge dalle pagine di questo romanzo sia armoniosa, piena d’affetto e di vicinanza autentica tra tutti i membri.
Senza alcune derive false e poco credibili da “mulino bianco”, la famiglia di Mossy presenta i piccoli screzi e le difficoltà di tante – in primis quella economica, seguita da quella di educare correttamente i figli – ma il tutto viene riassorbito e sovrastato da un clima amorevole che infonde nel lettore fiducia e speranza.
Finalmente, per i nostri bambini, un modello di relazione realistica ma positiva.
Come tutte le pubblicazioni della casa editrice Biancoenero, il libro è impaginato seguendo criteri di alta leggibilità e la font utilizzata è stata appositamente realizzata rispettando specifici accorgimenti visivi che facilitano la lettura anche per chi ha difficoltà, in special modo i dislessici.
(età consigliata: da 9 anni)
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