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Mostra del cinema di Venezia. Recensione: LOOKING FOR GRACE. Non così male, il film (quasi) sconosciuto venuto dall’Australia

Creato il 04 settembre 2015 da Luigilocatelli

19482-Looking_for_Grace_3Looking for Grace, un film di Sue Brooks. Con Odessa Young, Radha Mitchell, Richard Roxburgh. In concorso.19486-Looking_for_Grace_2Una ragazza scompare nell’outback australiano, dopo aver preso i soldi dalla cassaforte di casa. Dov’è, perché l’ha fatto? Incomincia la ricerca, raccontata attraverso scivolamenti temporali e da più punti di vista. Finché tutte le traiettorie si incroceranno. Emergeranno segreti e bugie, e niente sarà più come prima. Non così originale, ma dignitoso. Voto 6+
19484-Looking_for_Grace_4Eccolo, il primo oggetto non identificato del concorso, il primo film di autore poco o niente conosciuto. Trattasi qui di una signora di nome Sue Brooks venuta dall’Australia, portando a Venezia un lavoro non così esaltante ma nemmeno così mediocre, diciamo dignitoso, ecco. Dramma di famiglia con qua e là viraggi da commedia (ed è uno dei suoi meriti), costruito secondo il collaudato modello della narrazione scomposta e ricomposta Iñarritu-Ariaga. Una storia raccontata attraverso i punti di vista dei vari personaggi in gioco, con salti temporali in avanti e all’indietro, e inserendo man mano altre sottotrame e piste. Fino al momento fatale in cui tutte le traiettorie si incrociano nel punto di esplosione (o di fuga?) della machina narrativa. C’è da dire che, se l’esperimento non è per niente nuovo e originale, Sue Brooks lo sa condurre con perizia, con estrema pulizia formale, con una scrittura cinematografica tersa. Cinema che è il caso di dire femminile, perché attento ai microcosmi e ai dettagli esistenziali e ai piccoli abissi che si spalancano nella (presunta) normalità, e però privo dei vezzi e vizi  – il famigerato binomio intimismo&psicologismo – che spesso affliggono certo cinema della differenza (di genere). Una ragazzina, mentre è in viaggio con un’amica all’interno dell’Australia (landscape che reggono il confronto con quelli del SouthWest americano) verso un posto a casa di Dio dove si terrà un concerto rock, scompare, dopo una notte passata in motel con un ragazzo trovato sul bus. Faremo presto la conoscenza del padre e della madre, disperati ma senza isterismi (il pudore, pur nel dolore e nella proccupazione, non viene mai meno in questo Looking for Grace), del venerabile detective incaricato di ricerca e ritrovamento, di un camionista in viaggio col piccolo figlio che, scopriremo, avrà un ruolo centrale nella storia. Si scopre che la ragazza non solo si è eclissata, ma ha pure portato via i soldi che stavano nella cassaforte di casa. Il film è la ricerca di Grace (e non si può non pensare a uno storico titolo australiano su ragazze scomparse, Picnic a Hanging Rock, anche se qui siamo in tutt’altri climi e tutt’altro cinema), che porterà naturalmente a scoperchiare segreti e bugie di famiglia, doppi e tripli fondi che mai si sarebbero sospettati. Tutto raccontato senza il minimo sbracamento, e mantenendo sempre fermo il controlo sulla materia narrata. Non un gran film, ma una prodotto dignitoso sì, che meriterebbe di essere rivisto e riconsiderato fuori dalla sarabanda festivaliera..


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