Dal 23/01 al 22/02, dal lunedì al sabato, presso la CoArt gallery, a Corato, si terrà “Tarli” mostra personale di Pierluca Cetera a cura di Alexander Larrarte.
OPENING Venerdì 23 Gennaio alle ore 20:30.
Da ciò è derivato quello straordinario patrimonio di miti, la mitologia ha avuto per millenni, la funzione di spiegare il mondo agli uomini. I miti non sono appannaggio unicamente della cultura greca e di quella occidentale in genere, ma presenti in qualunque civiltà e ad ogni latitudine, la loro importanza in ogni terra è testimoniata fin dalle origini dalla produzione di immagini votive. Il mito non solo viene rappresentato visivamente, ma finisce per condizionare tutto il mondo culturale che da questo dipende, dalla ritualità delle feste alle realizzazioni architettoniche fino agli usi e ai costumi sessuali.
Pierluca Cetera mette in scena una mostra che si articola in due sezioni: la prima ispirata al “giudizio di Paride” con le opere “ἰσχύς”, “πλοῦτος”, “κάλλος, le tre dee che si contendevano la “mela per la più bella”; la seconda con la serie “cariatidi” dove i corpi si stagliano su sfondo lucido, allude ad uno specchio, e raffigurano i frammenti di ragazze intente a farsi un autoscatto.
La serie dei dipinti è un work in progress e nasce da una profonda e attenta riflessione dell’ artista sulla crisi, soprattutto culturale, che sta attraversando l’ Europa e, in particolar modo Grecia e Italia.
I diversi soggetti si ispirano alla mitologia e le figure, su sfondo nero, sembrano frammenti di sculture. Tuttavia i soggetti sono attualizzati, richiamando lo spirito pedagogico dell’antica statuaria greca. I corpi non sono idealizzati e sottolineano un allontanamento dalla ricerca di perfezione dell’arte greca. Oltre a mostrarsi come frammenti in uno spazio indefinito, la massa è segnata da buchi in tutto il corpo. Il riferimento, questa volta, è all’arte neoclassica e al tentativo di “imitare” l’arte classica. Canova utilizzava un particolare “metodo” per (far) realizzare le sue sculture, che prevedeva la ricerca dei “punti di repere”, che poi, sulla scultura ben levigata, apparivano come dei buchi. L’artista poi richiudeva i buchi e rivestiva l’opera con la cera (in alcune interpretazioni il termine sincera deriverebbe da “ senza cera, con riferimento agli scultori che non usavano la cera per mascherare i difetti delle proprie opere, e quindi sinceri, genuini”).
Anche in questo caso, la citazione offre uno spunto per far “degenerare” il concetto, infatti i buchi si moltiplicano fino a sembrare dei tarli.
Il termine tarli rimanda direttamente agli insetti che scavano le gallerie nel legno (i dipinti, pur alludendo a sculture in marmo, sono su tavola, segnando un ulteriore distanza dall’arte antica), ma richiama anche, in senso figurato, la noia, il rancore, il tormento.
CoArt gallery, Vico S.Francesco 4/6 – Corato (Ba)
Dal 23/01 al 22/02, dal lunedì al sabato h. 10-12; 18-21
Tel. 349. 61. 41. 159 – coartgallery@hotmail.it