Mougins e gli orari aleatori

Creato il 12 gennaio 2012 da Sara
En 1954, Pablo m'a dit: " il faudra que nous fassions quelque chose tous les deux. Je découperai des petits personnages et tu feras des photos. Avec le soleil, tu donneras de l'importance aux ombres, il faudra que tu fasses des milliers de clichés..."  Siamo a Mougins negli anni cinquanta, chi scrive è il grande fotografo André Villers. Racconta che Picasso, soprannominato dai vicini "il pazzo di Vallauris" e dunque meglio stargli alla larga,  l'aveva conosciuto per caso un anno prima. Diventeranno grandi amici e Villers scatterà migliaia di clichés proprio come aveva detto il grande Pablo. 
 Picasso aveva deposto le sue valige a Mougins in un bel mattino del 1936, poi ci aveva trascinato gli amici, il poeta Paul Eluard, Jean Cocteau e Man Ray. Negli anni molte personalità alloggeranno nel borgo medievale, da Edith Piaf a Yves Saint Laurent, da Roland Petit a Jacques Brel e naturalmente Winston Churchill. Scrivo "naturalmente" perché lo trovo citato dovunque vado e finisco per chiedermi quando lavorava. Il pittore spagnolo alloggiava all'epoca all'hotel Vaste Horizon e la cronaca racconta di una una notte in cui, preso dal sacro fuoco creatore, dipinse tutte le pareti della sua stanza. Il proprietario ebbe a che ridire e Picasso dovette rintonacare tutti i muri di bianco... no comment!. E' al "Domaine Notre Dame de Vie" di Mougins che Picasso passerà gli ultimi anni della sua vita.
I ritratti di Picasso, Salvador Dalì, di Le Corbusier, di Cocteau e di tante altre personalità del mondo dell'arte che hanno scambiato il loro sguardo con il grande fotografo (Max Ernst, Léger, Mirò, Arp, César, Arman, Ben, Prévert, Léo Ferré) e stralci di storie gustose di vita pubblica e privata del milieu artistico dell'epoca, li vediamo al Museo della Fotografia, giusto accanto alla Porta Saracena del vecchio borgo, una delle ultime vestigia del passato medievale di Mougins, è la donazione che il fotografo ha generosamente fatto alla municipalità del paese.


Il comune di Mougins fuori le mura è molto esteso
 e pieno di ville che si perdono nel verde della sua macchia mediterranea, ma silenzioso, raccolto e stupendo il vecchio borgo medievale con gli spalti a forma circolare, girando per i vicoli  arredati come salotti sembra di introdursi nella casa di una chiocciola. 


Bella dentro e fuori la chiesa barocca di Saint Jacques Majeur. C'è un presepe fatto di Santons in ceramica, ma sono minuscoli, quelli che si trovano nel dolce tipico da queste parti per la Befana che è "La galette du roi", due strati di pasta sfoglia con al centro  crema di marzapane. Chi masticando la sua fetta non si spacca un dente e trova la statuetta, un tempo una semplice fava, sarà incoronato re e si ritroverà la sua bella corona di cartone sulla testa, le pasticcerie la includono sempre con la torta.
C'è anche un bellissimo organo barocco recentemente restaurato che si ispira agli organi della Germania del nord del 1600.

A parte lo scoprire sul menù affisso di un ristorante similitudini fonetiche ma grafie diverse coi cugini d'oltralpe, noi diciamo gergalmente "gnam gnam" per sottolineare una cosa buona e loro invece "miam miam", mi incanta leggere l'iscrizione del negozio del Signor Guy Sportellini. Non sarà un poeta professionista, probabilmente nel business non farà affari d'oro, ma il senso della poesia lui ce l'ha, eccome, invece di  numeri per l'apertura e la chiusura della saracinesca,  ha scritto semplicemente "orari aleatori". Cose che succedono a Mougins.     

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