Una cosa allora che secondo me è indispensabile capire è: il Movimento 5 Stelle è un metodo (nuovo) di fare politica o è un partito politico?Questa considerazione non serve a capire chi ha torto e chi ha ragione nella questione, perchè non si hanno sufficienti informazioni ma potrebbe servire a capire cosa è veramente il M5S: se è un metodo può essere lasciato all'indipendenza dei vari gruppi locali, purchè ne rispettino le linee guida, se è un partito, ebbene, qui le conseguenze sono più varie, basti considerare cosa accade all'interno delle varie formazioni da destra a sinistra. La differenza sarebbe sostanziale, però. Pretendere di essere un metodo nuovo di fare politica potrebbe rivelarsi troppo pretenzioso ma avrebbe, ed ha, molto più appeal su un certo tipo di elettorato. E' importante chiarirlo, perchè da questo si può comprendere cosa è lecito e cosa non lo è all'interno del Movimento. Se fosse un metodo ognuno dovrebbe essere tenuto a rispettarne le norme ma non dovrebbe subire veti su strategie e nomi dei candidati. Se Favia ha ragione a lamentarsi della poca democrazia interna non dovrebbe essere per la libertà di seguire un metodo diverso ma solo per ingerenze inopportune. D'altronde, non si può sfruttare il Movimento per propri fini, derogando dal metodo. E' un po' come se uno si definisse democratico ma, una volta al governo, abolisse le elezioni. La scelta di adottare un nuovo metodo di fare politica è molto più impegnativa della formazione di un nuovo partito. Mentre nel secondo caso le leggi dello Stato e il gradimento degli elettori intervengono a smussare gli spigoli, nel primo caso ci vuole qualcuno che, da fuori, novella Corte Costituzionale, verifiche l'aderenza al metodo dei vari movimenti locali, senza ingerenze nell'attività stessa però. Se questo è il ruolo di Grillo mi aspetterei risposte più circostanziate ed equidistanti.
Una cosa allora che secondo me è indispensabile capire è: il Movimento 5 Stelle è un metodo (nuovo) di fare politica o è un partito politico?Questa considerazione non serve a capire chi ha torto e chi ha ragione nella questione, perchè non si hanno sufficienti informazioni ma potrebbe servire a capire cosa è veramente il M5S: se è un metodo può essere lasciato all'indipendenza dei vari gruppi locali, purchè ne rispettino le linee guida, se è un partito, ebbene, qui le conseguenze sono più varie, basti considerare cosa accade all'interno delle varie formazioni da destra a sinistra. La differenza sarebbe sostanziale, però. Pretendere di essere un metodo nuovo di fare politica potrebbe rivelarsi troppo pretenzioso ma avrebbe, ed ha, molto più appeal su un certo tipo di elettorato. E' importante chiarirlo, perchè da questo si può comprendere cosa è lecito e cosa non lo è all'interno del Movimento. Se fosse un metodo ognuno dovrebbe essere tenuto a rispettarne le norme ma non dovrebbe subire veti su strategie e nomi dei candidati. Se Favia ha ragione a lamentarsi della poca democrazia interna non dovrebbe essere per la libertà di seguire un metodo diverso ma solo per ingerenze inopportune. D'altronde, non si può sfruttare il Movimento per propri fini, derogando dal metodo. E' un po' come se uno si definisse democratico ma, una volta al governo, abolisse le elezioni. La scelta di adottare un nuovo metodo di fare politica è molto più impegnativa della formazione di un nuovo partito. Mentre nel secondo caso le leggi dello Stato e il gradimento degli elettori intervengono a smussare gli spigoli, nel primo caso ci vuole qualcuno che, da fuori, novella Corte Costituzionale, verifiche l'aderenza al metodo dei vari movimenti locali, senza ingerenze nell'attività stessa però. Se questo è il ruolo di Grillo mi aspetterei risposte più circostanziate ed equidistanti.
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