Dopo gli inevitabili saluti di rito del Vescovo di Rimini Francesco De Biasi, del presidente della Fondazione della CR Rimini, Avv. Pasquinelli, e del curatore della serata, l’Avv. Polazzi, che ebbi il piacere di conoscere ai tempi in cui facevo il praticante legale, le note della Tallinn Sinfonietta hanno immediatamente iniziato a riempire l’aere, catturando e trattenendo, per quasi due ore l’auditorio, regalando emozioni uniche. L’orchestra da camera estone, composta di 15 elementi, senz’altro tra le più interessanti ed innovative del panorama europeo attuale, composta di elementi giovani e validissimi, è infatti una compagine in grado di proporre accostamenti e repertori fuori dal consueto, che permettono al pubblico di riflettere, ma soprattutto di godere della grandezza dei brani attraverso un’esecuzione piena di sentimento e di grande verve interpretativa.
Il compito di tratteggiare musicalmente il rapporto particolare tra Mozart e Salieri, amici-nemici, di cui abbiamo iniziato a conoscere universalmente l’esistenza solo attraverso l’Amadeus di Peter Shaffer, cui ha poi fatto seguito il fortunatissimo e bel film di Milos Forman, è reso magnificamente dall’orchestra, guidata magistralmente da un Mustonen, che davvero ha riscritto il modo di dirigere e fare musica concertistica. Il programma ha visto l’esecuzione in sequenza del “Divertimento in Re maggiore K 136″ e del “Divertimento in Fa maggiore K 138″ di Mozart, il “Concertino da camera in Sol maggiore per flauto ed archi” di Salieri, per concludere infine la serata con la “Serenata in Sol maggiore K 525″ di Mozart.
Tra “serio ed impegnato” le note dei due grandi maestri si sono succedute regalando a tutti gli spettatori attimi di riflessione e di grande emozione, gratificate da una perfezione interpretativa non scevra a sé stessa, ma sempre tesa a cogliere le più intime sensazioni che gli autori hanno dipinto nel 1700, ma che riescono ancora ad essere attualissime alle soglie del terzo millennio. I momenti più emozionanti e ricchi di pathos sono senza dubbio stati però quelli in cui la soprano Nila Masala ha eseguito il “Salve Regina” del Pergolesi, in cui con la sua voce strepitosa ha toccato le vette più alte d’intensità emozionale, ma ancor più trascinante è stata, forse, la performance di uno dei grandi maestri del flauto, Massimo Marcelli, che dopo il “Concertino” di Salieri, ha eseguito un assolo di rara compiutezza. Gli scroscianti applausi finali, che hanno introdotto l’inevitabile bis su brani di Mozart, hanno suggellato alla grande una serata che resterà sempre cara nel ricordo di chi vi ha potuto partecipare.