Mr. B fa miracoli. Chiedere a Maroni e Romani

Creato il 03 giugno 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti

C’è gente che ha avuto mille cose, fortune inaspettate, carriere immeritate, titoli lontani mille miglia dall’essere stati guadagnati sul campo. Fortemente penalizzato il “sapere”, il circo della politica è oggi sostanzialmente composto da “nominati” mai stati eletti e rappresentativi (rappresentanti) solo dei capi bastone di partiti in crisi o di capi bastone tout court. Prendiamo Maroni. Da ministro degli interni, nominato per il suo stretto rapporto con i polpacci dei poliziotti, ha giurato sulla Costituzione della Repubblica Italiana, fatto che, solitamente, implica un adeguarsi alle regole del gioco e all’osservanza di quanto vi è stabilito. Ieri era il 2 giugno, una giornata che della Repubblica (e della Costituzione) è la festa per la quale tutto lo Stato si trasforma in una sorta di “casa di vetro” e i giardini del Quirinale vengono aperti alla gente comune. Roberto Maroni, stanco delle tartine del cuoco di Napolitano, ha deciso di non partecipare restandosene a Varese a suonare il blues. Da cittadino qualsiasi sarebbe stata una scelta rispettabilissima ma da Ministro no. Il ragionamento elementare che deriva dalla decisione di Maroni è che se non te la senti di rispettare le regole sulle quali hai liberamente giurato, caro Bobo Blues, ti dimetti, coerentemente, coraggiosamente. Ma parlare di coerenza e di coraggio con i membri del governo Berlusconi è un semplice esercizio di stile restando purtroppo ben diversa la sostanza. Un altro dei “miracolati” da Silvio è sceso pesantemente in campo con dichiarazioni che in un altro paese sarebbero suonate come un attacco indebito alla libertà di informare. Paolo Romani, evidentemente in piena crisi di visibilità, è un semplice sottosegretario del ministero che fu di Scajola (quando si dice il destino). Parlando ai microfoni della Rai, gli unici che gli concedono servilmente un po’di spazio, il responsabile delle telecomunicazioni, che per diventare tale deve essere stato un valido marconista dell’esercito italiano, ha espresso a tutto campo la sua idea di informazione. “Il Tg di Minzolini - ha affermato Romani - non mi dispiace, è quello che guardo se voglio essere sicuro di essere informato in una maniera ragionevolmente corretta”. I peggiori? “Il Tg3, il più fazioso e Rai News 24. Il Tg3 fa danni per trenta minuti, Rai News 24 per ventiquattrore”. Ma l’attacco più violento, l’ex presunto marconista lo ha sferrato nei confronti di Serena Dandini con la quale deve avere un conto in sospeso di vecchia data. Dopo averla definita “peggio di Santoro”, che per un berlusconiano è il massimo dell’abiezione, il Romani furioso ha completato il suo giudizio da Catone affermando: “In campagna elettorale, quando non poteva fare il programma con ospiti politici, ha invitato solo giornalisti chiaramente di sinistra facendo, di fatto, campagna elettorale. Per non parlare poi delle sue domande retoriche e preconfezionate”. Parla con me, è entrata ormai da tempo nella lista di proscrizione del Capo e dei suoi servi. Minzolini la odia perché ridicolizza le notizie del suo Tg, quelle che parlano di coccodrilli casalinghi, di abbronzatura, della corsa degli asini e dell’ultima crisi Corona/Belen; Belpietro è stanco di essere preso in giro; Ghedini la distruggerebbe con il lanciafiamme del codice penale; i reportage di Vergassola dalla dacia di Putin sono entrati nella storia della comicità; Ascanio Celestini si permette di giocare sui doppi sensi della parola “maiale”; Gasparri ha avuto un momento di smarrimento perché ha creduto di essere davvero intervistato dalla Dandini scambiando se stesso con Neri Marcorè e l’intervista a Scalfari ha chiuso il cerchio. Che poi la Dandini abbia invitato a parlare di Costituzione l’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, ai berluscones non è proprio andata giù. I responsabili del palinsesto Rai, che più che agli introiti guardano ai desiderata di Berlusconi, stanno provvedendo: per la prossima stagione la presenza della Dandini sul teleschermo avrà la cadenza di una puntata a settimana invece delle quattro attuali. Fabrizio Del Noce, responsabile della fiction Rai e forzaitaliota da sempre , sta pensando a una “storia di Silvio”, da mandare in onda nei giorni del prossimo Natale. Maurizio Costanzo, Maria De Filippi, Emilio Fede e Gerry Scotti stanno scrivendo la sceneggiatura e Apicella ne sta componendo le musiche originali. Titolo previsto Meno male che Silvio c’è.


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