Mr Ciak #10: La casa, Hansel e Gretel - Cacciatori di Streghe, El Cuerpo

Creato il 07 maggio 2013 da Mik_94
Ciao a tutti! Mr Ciak è tornato, e con un appuntamento da brrrr... ivido! Oggi, le recensioni di tre film che esplorano il mondo della paura e delle ombre in tre modi molto diversissimi. Evil Dead – La casa, dal 9 Maggio al cinema, è l'imperdibile remake dell'omonimo film di Sam Raimi: cruento, estremo, raggelante. Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe, invece, è un fantasy dai toni dark: un divertentissimo passatempo! L'ultimo, ancora inedito in Italia, si intitola El Cuerpo: si tratta di un valido thriller, prodotto dagli ideatori di The Orphanage e Con gli occhi dell'assassino (entrambi favolosi!), che unisce il giallo alla Hitchcock al dramma passionale, dando conferma di quanto siano bravi gli spagnoli quando si parla di thriller. Ve li consiglio vivamente tutti, tutti. Il primo – per quanto bello – potrebbe disturbare qualche spettatore, ma gli altri si lasciano guardare che è un macabro piacere. Ditemi cosa ne pensate! Alla prossima, Mik . Negli ultimi anni abbiamo assistito, impotenti, a un'invasione su scala mondiale. Remake da ogni dove. I fantasmi con gli occhi a mandorla che avevano acquisito tratti occidentali, le telecamere tremolanti di Rec approdate anche negli Stati Uniti, il cinema che sembrava aver rinunciato alle vere novità. Ci sono sempre quegli spettatori che, per posizione presa, si schierano sempre e comunque contro la moda del remake. E, spesso, sono d'accordo con loro: sono inutili, inferiori all'originale, girati per pura speculazione: senza che se ne sentisse l'effettiva necessità. C'era una volta, però, tanto tempo fa, un tale chiamato Sam Raimi: aveva vent'anni o poco più, quattro spiccioli in tasca, attori mai visti prima a disposizione, una telecamera per dare vita a un'idea sanguinosa che gli frullava in testa da un po'. Premesse a dir poco squallide avevano dato vita a un horror entrato nella storia. A un capolavoro del brivido universalmente riconosciuto: Evil Dead. La casa. Sono passati trent'anni e, vero, fa ancora paura. Ma si sentiva l'esigenza di una bella rispolverata; il bisogno di godersi la stessa storia nell'epoca degli effetti speciali più realistici ed impressionanti. E' nato così il remake di Fede Alvarez: come un omaggio a una pietra miliare del genere. Niente docce o scenette sexy, niente battute idiote pronunciate da personaggi ancora più idioti. La trama riprende alla lettera l'essenzialità del film precedente e propone ancora una volta una delle storie più collaudate e riprese al cinema: cinque giovani, un fitto bosco, una casa costruita sulle radici del male, un libro capace di risvegliare i morti – il Nekromantix. Quel plot così banale colpisce. I pochissimi personaggi sono ben caratterizzati, i dialoghi – intervallati da vane fughe, automutilazioni, possessioni demoniache, incantesimi scritti per la dannazione dell'anima di chi li legge – costruiscono convincenti dinamiche tra i bravi protagonisti, tra i quali spiccano su tutti Jane Levy (adorabile nella serie TV Suburgatory) e Shiloh Fernandez (Cappuccetto Rosso Sangue). Nel primo, infatti, la casa del titolo era un luogo di ritrovo alternativo per un gruppo d'amici: un cottage delle vacanze nel cuore del bosco. In questa nuova versione della storia, invece, isolata dalla tentazioni e dal caos della città, viene utilizzata come scenario della disintossicazione della giovane e debole Mia. Lì, isolata da ogni tentazione, può combattere una spietata dipendenza, nata dopo la morte della madre, e riallacciare il rapporto con un fratello che l'ha lasciata subito sola, scappato via davanti al primo scricchiolio nella facciata di una famiglia non poi così perfetta. Sarà lei, nell'arco del film, il simulacro in cui il Male deciderà di abitare: la prima vittima di una forza travolgente che farà letteralmente a pezzi la sua psiche e i corpi dei suoi amici. Davvero bravissima Jane Levy, un concentrato di innocenza infantile, forza, coraggio. La nuova “scream queen” di Hollywood. L'aspirante erede del mitico Ash di Bruce Campbell. Le scene e le uccisioni dell'originale – celebre la scena in un cui la giovane protagonista viene stretta in una morsa mortale dai rami del bosco - sono riproposte senza filtri, solo rese con una regia più lucida e meno grezza. Piccoli accorgimenti ed aggiunte rendono, infatti, il film molto più di un semplice remake: questo Evil Dead, in meno di un'ora e mezza, è anche una sorta di prequel e di ideale sequel dell'originale di Sam Raimi. Perfetto il susseguirsi delle scene finali, in cui la telecamera è usata come uno strumento raffinato, che indaga la paura e si immerge coraggiosamente in bagni di sangue all'ultimo respiro. Perché uno splatter senza sangue è come un porno girato coi vestiti addosso. Non ha senso. Ci sono le giuste dose di “profondo rosso” che sporcano pavimenti e vestiti, ma non manca nemmeno una forte tensione narrativa. Corto e sanguinante, il nuovo Evil Dead è come una ferita aperta sui nervi e le ossa scoperte. Semplice, macabro, emozionante, dotato di un violento fascino dark. Va dritto come un treno verso l'orrore più assoluto e puro. Senza alcuna superflua ironia: veloce, immediato, nudo e crudo.
Per un capriccio personale, l'avevo visto qualche mese prima dell'uscita italiana, in versione inglese e in una qualità pessima. Le mie alte aspettative, purtroppo, non erano state rispettate. Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe non era il retelling che mi sarei aspettato: non era la nuova versione dei Fratelli Grimm &L'incantevole strega che avrei voluto, invece, vedere. Il regista non era di certo Terry Gilliam e la sceneggiatura essenziale non garantiva uno buono sviluppo dell'interessantissima idea di base. A una seconda visione, però, l'ho radicalmente rivalutato. Vedendolo, ho trovato il divertimento scanzonato e l'azione pura che stavo cercando. L'ottima qualità, che solo una visione al cinema garantisce, mette in risalto gli effetti speciali, i combattimenti frenetici, la fotografia mozzafiato e le numerose scene gore. Visto in compagnia è un intrattenimento spensierato, stuzzicante, perfetto. I piccoli protagonisti della fiaba sono trasformati in coraggiosi combattenti alla Van Helsing e, armati fino ai denti e con i volti di Jeremy Renner e Emma Arterton, impegnati con scene arallenty e corse a perdifiato nei boschi, sono due gran fighi! Lui, simpatico e sicuro di sé come un novello Tony Starks; lei, bellissima, coraggiosa, ribelle e con un dono sconosciuto. Insieme a loro, la strega cattiva interpretata da Framke Janssen – la cinquantenne più seducente e affascinante di Hollywood. Invecchiare: lo stai facendo nel modo giusto –, il giovane Thomas Mann, visto di recente in Beautiful Creatures, e l'enorme Edward, un simpatico troll creato interamente al computer. Con richiami a Stardust, e strizzate d'occhio alla Mummia, tra l'urban fantasy, l'horror e lo steampunk, Hansel & Gretel è un film fatto per piacere ad un pubblico di giovani spettatori - decisamente pop, modaiolo, piacevolmente sanguinoso, divertente, scorrevole e nella cui sceneggiatura non è contemplata nemmeno per un attimo la parola noia. Carinissimo,ma senza impegno! Mayka è morta all'improvviso, stroncata da un infarto. Era una donna ricca, crudele, bella, potente, sposata con Alex, un uomo mite e sottomesso. Un uomo che, nel profondo, la detestava, e che l'ha uccisa. L'uomo che ha progettato, con la complicità della sua nuova fiamma, il suo omicidio. Non ci sono prove, non c'è un apparente movente: tutto è perfetto. Mayka ormai è in un obitorio, in attesa di un'autopsia che non dimostrerà nulla; nell'unico luogo in cui non potrà più manipolare nessuno. O forse sì. Il suo corpo sparisce all'improvviso. Il guardiano notturno che ha visto tutto è messo a tacere, in coma. Chi ha trafugato il cadavere? O è stato il cadavere stesso ad alzarsi sulle proprie gambe e ad andare via? In una notte di pioggia, tuoni e ricordi dolorosi, un anziano poliziotto è chiamato ad interrogare Alex. In quel luogo angusto e tetro si troverà la risposta a tutti i misteri, perfino a quelli più antichi. Perché Mayka, viva o morta, ha ancora pieno potere sul consorte ed è disposta fino alla fine a chiudere un'estrema partita. Perché la morte, a volte, non è la fine di tutto... Veloce, intrigante, umano, ben scritto. Un meccanismo dai ritmi perfetti. L'ennesima prova che gli spagnoli – sempre così ponderati, algidi ed eleganti – sono i nuovi maestri del thriller. Un'ottima conferma. El Cuerpo è un giallo classico, la storia di un delitto perfetto; un thriller psicologico e sentimentale. Un omaggio alle machiavelliche trame hitchcockiane, sorretto da interpretazioni sobrie e lucide, da un ritmo vertiginoso, da un colpo di scena finale pressoché imprevedibile, da una chiusa efficace e beffarda. Quasi interamente ambientato tra le quattro mura di un obitorio, scivola tra presente e passato in un gioco di flashback e specchi, apparizioni ed elaborate vendette. All'inizio, ha la struttura di un semplice triangolo: il classico lui, lei, l'altra. Poi la figura geometrica si deforma, si frantuma in nuovi pezzi, fino a formare nuovi spigoli... fino ad includere nuovi, impensati colpevoli. Accanto ai meno conosciuti Hugo Silva (al cinema con Gli amanti passeggeri) e José Coronado, la protagonista di The Orphanage e Con gli occhi dell'assassino – Belén Rueda. Leggermente invecchiata con gli anni, ma bravissima, raffinata, piena di charme. Questa volta, non la vediamo nei panni della protagonista.Interpreta la moglie possessiva ed avida, la vittima, il corpo del titolo trafugato dall'obitorio: un ruolo ambiguo, sopra le righe, da vera femme fatale che, perfino dalla tomba, non smette di giocare secondo con le sue contorte regole. Mi ha ricordato leggermente Jessica Lange, ed è un signor complimento!

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :