Mr Ciak #11: La Migliore Offerta, Io e Te, L'amore è imperfetto

Creato il 17 maggio 2013 da Mik_94
Ciao a tutti, amici! Come state? Io vivo un periodo di caos assoluto: a un mese scarso dagli esami, solo ora mi rendo conto di cosa dovrò affrontare. Ho materie da recuperare, percorsi da preparare, schemi da ultimare e, soprattutto, il blog da portare avanti. Ci riuscirò... o almeno spero! Dato che le letture rallenteranno un po' con l'avvicinarsi delle temutissime prove, nelle prossime settimane cercherò di aggiornare rubriche che spero possano interessarvi e che, personalmente, non mi rubano mai troppo tempo. Oggi, con Mr Ciak, vi consiglio tre film italiani: sono tutti basati su un romanzo e, due dei tre, sono stati diretti da maestri del nostro cinema. In un modo o nell'altro, chi più, chi meno, vi suggerisco di vederli un po' tutti. Generi completamenti diversi, diversi approcci, ma, in tutti i casi, spunti decisamente interessanti. Qualcuno li ha visti? Li conoscevate o, per caso, avete letto gli omonimi romanzi? A presto (e pregate per me :P), Mik. L'Italia: terra di poeti e muse, arte e paesaggi unici. Terra con un'eredità culturale senza pari. A portare alto il suo nome, mentre il mondo della politica è poco più che una barzelletta sulla bocca di tutti ed i suoi personaggi sono meteore destinate a sparire in fretta dai radar televisivi, è un regista straordinario. A mio parere, il migliore. Un orgoglio per tutti e, soprattutto, per la Sicilia in cui è nato e di cui, tante volte, ha catturato i volti segreti e l'essenza più profonda. Ci ha regalato un Oscar e film indimenticabili, ma in questo ultimo film – già com'era avvenuto in La Sconosciuta – c'è stato un cambiamento leggero: dagli scorci soleggiati del sud Italia, al grigiore vagamente noir del nord. Girato tra Roma, Trieste, Milano, Vienna e Praga, La migliore offerta si avvale di un cast costellato interamente da celebri nomi internazionali. Uscito il primo gennaio scorso, è il nuovo film di Giuseppe Tornatore. E' una pellicola particolare, inclassificabile, impossibile da odiare: spazia dal giallo al dramma sentimentale con un'eleganza assurda, impeccabile. E' diretto non da un regista, ma da un esteta. I dettagli più trascurabili degli splendidi interni sono immortalati grazie a una fotografia morbida e patinata, gli abiti e le location sono stati selezionati con un gusto impeccabile, gli attori – nessuno escluso – si muovono sul set come se fossero nati solo per quello. Geoffrey Rush (ancora una volta impegnato in un'interpretazione da Oscar), uomo ermetico e pieno di nevrosi, è uno stimato critico d'arte. La sua vita lavorativa è un trionfo, la sua vita sociale è come un buon falso d'autore: pura apparenza, mera finzione. Sylvia Hostess, all'inizio, è solo un'affascinante voce al telefono – e nella versione italiana, doppiata dalla bravissima Miriam Catania, è musica per le orecchie. Ricca e giovanissima, non esce di casa dall'età di quattordici anni. Soffre di agorafobia. Vive in una prigione che ha le fattezze di un museo, ma è in una gabbia, sebbene sia dorata e appariscente. Jim Sturgess, per fortuna sempre più presente sulla scena internazionale, è invece un ragazzo sveglio e brillante, capace di assemblare qualsiasi rottame. Di vedere il disegno già ultimato di un puzzle con miliardi di pezzi. Il film è una parata di buon gusto, di indiscutibile eleganza, di bellezza. Incantevole, curatissimo, romantico, crudele, terrificante. Pirandelliano nel messaggio e nella messa in scena, machiavellico nei colpi di scena che l'epilogo riserva, La giusta offerta è un film da vedere obbligatoriamente.  
Dopo Come Dio comanda, Branchie e Io non ho paura, Niccolò Ammaniti torna ad ispirare il cinema italiano. Basato sull'omonimo romanzo – una storia breve ed intensa che consiglio vivamente a tutti – Io e te è il ritorno alla regia del maestro Bernardo Bertolucci. Il risultato è un film essenziale, minimalista ed intimo, per una storia epigrafica ma complicata come lo è ogni gioventù. Incentrato sulla convivenza forzata e paradossale tra due fratellastri, è retto dagli sguardi, dai silenzi e dalle interpretazioni dei due giovani protagonisti, quasi alla loro prima esperienza con il cinema. Le incomprensioni tra nord e sud, due generazioni a confronto, due guai. Due volti nuovi, freschi, normali: familiare, brufoloso e puro quello del giovanissimo Jacopo Olmo Antinori; sofferente, fiero e bello quello di Tea Falco. Il film che li vede insieme è buio, ombroso, oscillante tra la commedia e il dramma, il romanzo di formazione e un giallo dalle atmosfere claustrofobiche. Ottima e ricchissima la colonna sonora, in cui spicca la bellissima versione italiana di Space Oddity: canta David Bowie, scrive Mogol. Una rilettura di gran classe di un piccolo, grande best-seller, dunque, anche se la tristezza esistenziale del romanzo viene leggermente meno, per mezzo di un finale liberatorio, propositivo... diverso. Che mescola tristi consapevolezze, tormento, inguaribile speranza.
Nel video di L'amore è una cosa semplice, la canzone di Tiziano Ferro, passano veloci le immagini di un film: lo splendido lungomare di Bari, una bambina che sorride, due amiche inseparabili, una ragazza che ama pazzamente. Il film, tratto dall'omonimo romanzo di Francesca Muci, è una storia di amori imperfetti e della donna che li colleziona: Elena. Ha avuto il cuore a pezzi, ma non ha mai saputo dire di no all'amore. Questo l'ha portata tante volte a sbagliarsi, tante volte ad innamorarsi un po'. Molti anni prima ha amato il bel fotografo Marco, ma non è finita bene. Di loro due non è rimasto niente, o quasi...Adesso, che ha trentacinque anni e fa la correttrice di bozze per una casa editrice, nello stesso giorno, la sua vita s'incrocia con quella di Ettore e Adriana – un cinquantenne saggio, colto e affascinante; un'adolescente estroversa, folle e sconclusionata. Rimarrà vittima della seduzione di entrambi, di una passione che infrange ogni tabù. Portato sul grande schermo dall'autrice stessa del libro, L'amore è imperfetto è una pellicola italiana atipica, ma decisamente interessante. Spazia da un genere all'altro con leggerezza, abilità, seducente fascino: ci sono ingredienti che rimandano al melò, altri alla commedia sexy degli anni '70, altri all'erotismo che di recente impazza al cinema e, soprattutto, nelle librerie... E' un dramma che non rinuncia a mostrare gli aspetti più concreti della passione amorosa. I novantadue minuti della pellicola sono spesso caratterizzati da scene di sesso (etero, omo e bisessuale), più o meno esplicite, che riportate con sensibilità ed un certo gusto, non scandalizzano minimamente. Alcune sono più ovattate, altre più maliziose e provocanti. Nel cast Lorena Cacciatore (sensuale e tentatrice), Bruno Wolkowitch (convincente, nonostante un ruolo non delineato ottimamente), Giulio Berruti (non solo bello – come le lettrici avranno già assodato – ma finalmente anche bravo). A dominare su tutto, però, è l'ottima prova della brava Anna Foglietta – un sorriso caldo e spontaneo, una simpatia tutta romana, una bellezza algida, elegante e filiforme che ricorda quella di Vittoria Puccini e Keira Knightly. Amori imperfetti per un film imperfetto e riuscito a metà, che non è stato in grado di lasciarsi alle spalle uno stampo lievemente televisivo, ma che, nel suo piccolo, ha trovato al forza di osare non dimenticando mai la leggerezza e non scadendo mai nel morboso. Sarebbe interessante leggere il romanzo, entrato da un giorno all'altro nella mia Wish List: alcuni dicono sia molto bello e, dati i diversi pregi della sua versione cinematografia, non stento a crederci

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