Mucho Mojo (recensione)

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Questo libro era sullo scaffale da un paio di anni. Ho letto prima Una Stagione Selvaggia, che non mi aveva fatto particolarmente effetto. Poi di Lansdale ho continuato a leggere altro, finché non ho preso in mano Mucho Mojo. Mi sembrava il momento buono. Eccome se lo era…

La mia edizione. Mi dispiace solo per qualche errore di traduzione.

Trama

Hap sta sudando sette camice al roseto, dopo la disavventura con la sua ex moglie, ed ecco che gli arriva Leonard che gli chiede di accompagnarlo da un notaio. Arrivati lì, scoprono che Leonard ha ereditato la vecchia casa di zio Chester, uno zio che aveva “scomunicato” il nipote una volta scoperto che era gay, 100000 dollari e un sacco di guai. In primis, i vicini spacciatori, in seconda battuta un segreto sotto al pavimento. E un albero bottiglia…

Nice job, mr Lansdale!

Considerazioni

Joe Lansdale è l’autore che va tirato fuori quando non si è saturi dei libri di 800 pagine, zeppi di dettagli, situazioni riempitive, quelli che restano lì un paio di settimane prima di essere finiti insomma. Lansdale riesce a ottenere un risultato eccezionale senza riempirti la testa e la vita, e al contempo dandoti storie ben equilibrate, divertenti ma pur sempre drammatiche come si addice a un noir.
Quando ho iniziato a leggere questo libro, ho provato l’immediata sensazione che si intuisce quando si sa già che si troverà ogni scusa possibile per tornare al libro e continuare la lettura. Leggendolo ho capito anche perché è il suo libro preferito. La storia scorre che è una meraviglia, i due protagonisti sono quanto di meglio ci si possa aspettare in un libro del genere, sempre pronti a sdrammatizzare anche nelle situazioni peggiori. Non c’è la forzatura per di dover mantenere sempre i toni cupi, drammatici, cosa che risulta pesante alla lunga distanza. Ed è giusto così, perché già nella vecchia scuola dei noir di Chandler o Hammett, per citare esempi illustri, il protagonista è sarcastico, non si prende sul serio ed è sprezzante, rasentante la sbruffoneria.
Questi sono Hap e Leonard, due tizi un po’ sbruffoni, dalla battuta pronta, il turpiloquio facile e prurito alle mani.

Io lo immagino circa così

Ho letto da qualche parte una critica riguardo al fatto che già a metà libro si possa intuire quale sia l’inghippo. Ecco, ammetto di averlo intuito anch’io, e con ciò? Non mi sono affatto rovinato il libro, anzi, essere arrivato in fondo e aver avuto la conferma, mi ha solo dimostrato che Lansdale è stato bravo. Non ha nascosto per un solo istante gli indizi, li ha messi a disposizione. Davanti alla considerazione di chi ha scritto ciò che ho citato mi viene da fare una domanda: alla seconda visione (o lettura) di un thriller/giallo/noir, trovate il prodotto orribile? No, visto che dopo la prima volta sapete già chi è il colpevole…