Mud con Matthew McConaughey – La recensione

Creato il 30 agosto 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Mud è il terzo lungometraggio del regista statunitense Jeff Nichols che si era già fatto notare dagli addetti ai lavori con Shotgun Stories e Take Shelter, che avevano conquistato rispettivamente Berlino e Cannes. Anche Mud è stato presentato al Festival di Cannes dove fu salutato da molti critici come una piacevole sorpresa. Un film dalla lunghezza eccessiva che ha come pregio un cast di tutto rispetto che vede protagonisti Reese Witherspoon, Matthew McConaughey, grande protagonista di questa stagione cinematografica, anche se più di tutti sorprendono i due attori adolescenti. Ritroviamo qui Tye Sherida, già protagonista di un film complesso come The Tree of Life dove aveva offerto un’ottima prova attoriale.

Siamo nell’Arkansas lungo le rive del Mississipi e due quattordicenni, Ellis e Neckbone, curiosando con la loro barchetta tra le isole dei dintorni, incontrano Mud (Matthew McConaughey). Quest’ultimo è un uomo che fugge dall’accusa di omicidio rifugiandosi su una delle isole. I ragazzini decidono così di aiutarlo soprattutto quando Mud racconta loro dell’amore per Juniper (Reese Witherspoon). La sua fidanzata vive ora nella zona e Mud, grazie all’aiuto di Ellis e Neckbone, le fa recapitare dei messaggi ed architetta una loro fuga insieme. La speranza è data da una barca imprigionata tra i rami di due alberi sull’isola che Mud si occupa di tirare giù, aggiustare per poi metterla di mare e scappare con la donna. I ragazzi iniziano però a correre dei rischi soprattutto Ellis che è un ragazzo impulsivo e coraggioso alle prese con le prime cotte adolescenziali.

Mud, “con un serpente tatuato sul braccio, una camicia portafortuna, un dente di meno, una pistola” e qualche bugia di troppo, si accattiva l’attenzione dei due giovani ragazzi e dunque la loro solidarietà. Tuttavia, è Ellis il vero protagonista e il personaggio più interessante del film poiché la storia è filtrata attraverso il suo sguardo che rappresenta anche il voyeurismo dello spettatore. A quattordici anni, infatti, il ragazzo vive la storia d’amore tra Mud e Juniper come una proiezione delle sue illusioni adolescenziali e avvertirà un forte senso di tradimento nel momento in cui le promesse d’amore tra i due verranno meno. Ellis è grande abbastanza per capire che spesso è l’egoismo e non l’amore a guidare le azioni degli adulti ma troppo piccolo per comprendere che la vita di coppia è fatta di tante piccole sfumature. Quel mondo e quell’amore che aveva tanto idealizzato finisce per deluderlo prima con la separazione tra i genitori ed il successivo allontanamento dalla casa dell’infanzia e poi con la fine della storia d’amore tra Mud e Juniper. Scopre a quel punto l’incostanza di Juniper e le bugie di Mud e i meccanismi di violenza e vendetta in un mondo adulto incapace di reggere il confronto con l’immagine che vorrebbe dare di sé. Ciò che maggiormente colpisce dello sguardo di Ellis è la sua continua ricerca di qualcuno da amare e da cui essere ricambiato. All’insegna del sorriso di una nuova ragazza si apre per Ellis una nuova fase della sua vita.

Mud è un film convenzionale non perfettamente riuscito dove tutto viene amplificato all’ennesima potenza dalla bestialità del protagonista Mud alla sparatoria con i poliziotti che lo cercano. Il film non è certamente all’altezza dei suoi predecessori che hanno ripercorso le orme di un giovane adolescente lungo il suo percorso di crescita, primi fra tutti i romanzi di Mark Twain. A Cannes è stato accolto da critiche anche molto positive come quella di Solinas su Il Giornale che accostava addirittura il film ad un premio come la Palma d’Oro. Solinas rendeva omaggio alla semplicità di questo film rispetto alla complessità di altri lavori particolarmente elogiati dai critici per la loro complessità. Al contrario Fabio Ferzetti su Il Messaggero scriveva: “Si può capire che dopo tanti film ermetici o insopportabili il sapore del cinema classico e il corso lento del Mississippi possano entusiasmare. Ma è solo nostalgia, anche perché Mud racconta in 130 minuti una storia che un regista anni 40 avrebbe sbrigato in 90, e senza tanti fronzoli.” Ciò nonostante Nichols è certamente uno dei registi più dotati della nuova generazione americana che cerca di coniugare la narrazione classica con la sua autorialità. Il regista ha ancora molta strada da fare così come i protagonisti del suo film Mud ma non abbiamo dubbi che le premesse della sua cinematografia siano delle migliori.

L’uscita di Mud nelle nostre sale è prevista per il 28 agosto.

di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net


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