Sono passati più di duemila anni da quando Cesare registrava l’usanza dei Francesi (allora si chiamavano Galli) di bruciare uomini vivi; prima i delinquenti poi, quando questi non erano sufficienti, si dava fuoco agli innocenti.
Un po’ quello che è successo ieri in Libia: lo chiamano fuoco amico, ma sono gli aerei francesi e inglesi che sparano all’impazzata sui libici; amici di Gheddafi o nemici del dittatore, poco importa a questo punto: sono uomini uccisi da un’altra guerra; l’ennesima guerra: prima gli hanno venduto le armi (a Gheddafi) e adesso gli sparano addosso, ammazzando cittadini innocenti dappertutto.
E in costa d’avorio, Monsieur le Prèsident?
A già, mi scusi; dimenticavo che lì, petrolio non ce n’è!
Però a Ventimiglia i Tunisini, la cui fuga dall’Africa è sicuramente addebitabile anche alle sue bombe, monsieur, quelli neppure?
La guerra è sempre un errore e non esistono le guerre giuste.
Esistono gli Stati ed i comportamenti virtuosi; e virtuoso sarebbe stato non commerciare con i dittatori dell’Africa, ingrassandoli con laute mance e bustarelle sulle armi compravendute. Per poi scoprire che sono nemici della democrazia.
E visto che i tempi di Cesare sono lontani e che a capo degli staterelli europei ci sono soltanto dei nanetti sarebbe bello che l’Europa si comportasse come una realtà; se esiste per davvero.