Murakami Haruki Torna, ma Lascia i Suoi Uomini Senza Donne

Creato il 31 luglio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Bentornato Murakami Haruki, scrittore di racconti! Eh sì, perché era dal 2006 che in Italia non arrivavano raccolte di racconti dello scrittore nipponico, così dopo L'elefante scomparso e altri racconti (1993), Tutti i figli di Dio danzano (2000) e I salici ciechi e la donna addormentata (2006) ecco i suoi Uomini senza donne (tradotto in italiano da Antonietta Pastore per Einaudi).

Sette racconti in tutto e tutti pulsanti dello stile murakamico. In Drive my car Kafuku, un attore, svela alla sua autista i tradimenti della moglie ormai defunta e l'amicizia che lo legava all'ultimo amante di lei, amicizia nata, senza che quest'ultimo sapesse nulla del vero legame tra il protagonista e la donna, per capire l'essenza stessa della compagna di una vita. In Yesterday si parla di amore tra giovani, un triangolo forzato che è destinato a finire nell'oblìo. Il Dottor Tokai, il personaggio principale di Organo indipendente, è invece alle prese con tante di quelle amanti che devono essere gestite dal suo segretario fino a quando dopo anni passati a sfarfallare si innamora realmente di una donna destinata a distruggergli il cuore con conseguenze nefaste. Nel quarto racconto, Shahrazād si introduce nella casa di Habara per fare sesso, perché lui non può uscire. Ogni volta che stanno insieme lei gli racconta un aneddoto della sua vita come la principessa de Le mille e una notte, ma lui pur subendo il fascino dell'atmosfera sa che lei non sarà mai sua.

Kino, al centro del quinto racconto, ha lasciato la moglie che lo tradiva, ha mollato il suo vecchio lavoro e ha aperto un bar. Incontra uno strano uomo che pare predirgli il futuro e una donna sfuggente: puro Murakami, niente da aggiungere. Nel sesto racconto immaginate che il Samsa kafkiano si risvegli umano e si metta a vagare per una casa sconosciuta fino a quando una ragazza strana e storpia bussa alla sua porta sconvolgendogli il cuore. Uomini senza donne, l'ultimo episodio della raccolta, è quasi una riflessione. Partendo da una chiamata nel cuore della notte che annuncia la morte di una vecchia amante, il protagonista capisce cosa vuol dire perdere una donna, perdere i dettagli che la rendevano speciale e particolare e per usare le sue parole: "Questo significa perdere una donna. E a volte perdere una donna significa perderle tutte. Così diventiamo "uomini senza donne"".

Sono tutte storie diverse, con un unico denominatore: questi uomini sono soli, non hanno più le loro donne, le loro compagne. Tutti si sono lasciati sedurre dall'amore femminile, tutti hanno amato e hanno visto nella donna un potere salvifico ma a tutti loro è successo qualcosa e hanno perso ciò che avevano. C'è chi ricorda, chi soffre, chi impara, chi decifra: è la fiera dei sentimenti. Murakami ci stupisce con delle sfumature che potrebbero considerarsi nuove per lui, tanta la differenza tra un racconto e l'altro. Lo stile è impeccabile, stavolta però è meno onirico del solito e si dimostra estremamente attaccato alla realtà. Immancabili i soliti riferimenti musicali, soprattutto jazzistici, a cui ci ha abituato e le ambientazioni a lui care come i piccoli bar poco affollati.

Sarà banale, ma è l'amore che fa girare il mondo. E le donne ne fanno parte. Un Murakami un po' più soft, ma che non delude.


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