La lasciai a leggere le sue carte e mi addentrai all'interno del pallido e maestoso edificio, tanto marmo, costruzione risalente sicuramente al periodo fascista. Incontrai una ragazza bella e gentile, un'infermiera alle prime esperienze, lo si capiva dalla faccia impaurita e stanca.-Conosce la signora Tina? Domandai all'infermiera mentre il mio sguardo fu rapito da un'ortensia dalle palle rosa che dondolavano in una corte interna.-Si, c'è qualche problema?Chiese la ragazza con tono preoccupato.-Sono suo nipote, vorrei sapere qualcosa riguardo alla malattia, oggi non mi ha riconosciuto, la vedo molto peggiorata.La signorina sospirò, sentii il suo alito che sapeva di caramella alla menta.Stava ciucciando una Polo.-Andrà sempre peggio, ieri notte l'abbiamo ripresa nel campo mentre scappava a piedi nudi. Sua nonna è in guerra, ci sono nazisti dappertutto per lei. Non ci saranno miglioramenti.-Capisco, lo dice anche mia madre. Posso fare qualcosa?-C'è poco da fare.Salutai l'infermiera e la ringraziai.Uscii e mi sedetti di nuovo vicino a mia nonna.-Chi sei?Mi chiese nuovamente.-Sono tuo nipote, il figlio di tua figlia.Mi guardò e sorrise, poggiai la mia mano sulla sua spalla e stetti in silenzio.Non sapeva chi fossi, i suoi occhi erano smarriti. La salutai dandole un bacio sulla fronte e uno sulla bocca.Montai in macchina e pensai a quando era in testa e mi faceva giocare.Quando mi stringeva e mi portava al mare, ci arrampicavamo sul ciliegio e stavamo seduti a mangiarne i frutti.Mi parlava della guerra, delle pugnalate che questa aveva inflitto alla sua anima. Accostai la macchina davanti al primo tabaccaio che incontrai per strada e comprai una stecca di Muratti.Poi, trovai un ortolano e comprai un chilo di ciliegie.Tornai da mia nonna.Mi presentai davanti a lei con la stecca di sigarette ed un sacchetto pieno di ciliegie.Dissi semplicemente che le mandavano dal bosco per ringraziarla del lavoro che stava svolgendo.Guerra, quante vittime riesce a fare una maledettissima guerra.
La lasciai a leggere le sue carte e mi addentrai all'interno del pallido e maestoso edificio, tanto marmo, costruzione risalente sicuramente al periodo fascista. Incontrai una ragazza bella e gentile, un'infermiera alle prime esperienze, lo si capiva dalla faccia impaurita e stanca.-Conosce la signora Tina? Domandai all'infermiera mentre il mio sguardo fu rapito da un'ortensia dalle palle rosa che dondolavano in una corte interna.-Si, c'è qualche problema?Chiese la ragazza con tono preoccupato.-Sono suo nipote, vorrei sapere qualcosa riguardo alla malattia, oggi non mi ha riconosciuto, la vedo molto peggiorata.La signorina sospirò, sentii il suo alito che sapeva di caramella alla menta.Stava ciucciando una Polo.-Andrà sempre peggio, ieri notte l'abbiamo ripresa nel campo mentre scappava a piedi nudi. Sua nonna è in guerra, ci sono nazisti dappertutto per lei. Non ci saranno miglioramenti.-Capisco, lo dice anche mia madre. Posso fare qualcosa?-C'è poco da fare.Salutai l'infermiera e la ringraziai.Uscii e mi sedetti di nuovo vicino a mia nonna.-Chi sei?Mi chiese nuovamente.-Sono tuo nipote, il figlio di tua figlia.Mi guardò e sorrise, poggiai la mia mano sulla sua spalla e stetti in silenzio.Non sapeva chi fossi, i suoi occhi erano smarriti. La salutai dandole un bacio sulla fronte e uno sulla bocca.Montai in macchina e pensai a quando era in testa e mi faceva giocare.Quando mi stringeva e mi portava al mare, ci arrampicavamo sul ciliegio e stavamo seduti a mangiarne i frutti.Mi parlava della guerra, delle pugnalate che questa aveva inflitto alla sua anima. Accostai la macchina davanti al primo tabaccaio che incontrai per strada e comprai una stecca di Muratti.Poi, trovai un ortolano e comprai un chilo di ciliegie.Tornai da mia nonna.Mi presentai davanti a lei con la stecca di sigarette ed un sacchetto pieno di ciliegie.Dissi semplicemente che le mandavano dal bosco per ringraziarla del lavoro che stava svolgendo.Guerra, quante vittime riesce a fare una maledettissima guerra.
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