Dobbiamo superare l’ipocrisia per spezzare la spirale mortifera del costante diniego del doping da parte del ciclismo: l’unico modo è parlare di quegli anni in cui si faceva ricorso tutti al doping sistematico e quotidiano.
Accuse pesanti, quelle lanciate da uno che è stato semi-pentito ed ora ha deciso di vuotare il sacco; dopo aver ammesso di essersi dopato negli ultimi anni della carriera, Johan Museeuw si è tolto oggi – attraverso le pagine del Gazet Van Antwerpen – un grosso peso dalla coscienza.
Sono il primo ad ammetterlo apertamente, e forse molti mi malediranno per questo, ma devo rompere il silenzio: il doping è stato un compagno di strada quotidiano per me quando ero ciclista, e per quasi tutti i miei colleghi dell’epoca. Serve un mea culpa collettivo per ridare credibilità a questo sport e garantirgli un futuro, anche se penso che già oggi il ciclismo sia pulito come mai prima d’ora.