Un altro venerdì sera lavorativo da dimenticare. E non solo perchè è capitato dopo un pomeriggio di training in cui colei (= manager) che ci ha impartito la suddetta formazione sul come fornire un eccellente ‘customer service’ avrebbe dovuto a sua volta essere formata (non solo in Italia gli incapaci ricoprono posti di rilievo!), ma anche e soprattutto perchè il venerdì sera era l’ultimo del mese. ‘Embè?’ direte voi. ‘Niente affatto’ dico io. Che c’è una bella differenza tra un venerdì normale quando la gente viene al museo, beve qualcosa, fa un giro nelle sale e poi se ne va a casa tranquilla, e l’ultimo venerd del mese organizzato dal Team del Contemporaeo. Perchè in questo caso il Museo si traforma in un circo e finisce che io vado sempre a casa con l’emicrania. È ieri sera non è stato diverso. Che come se non fossero bastati films, eventi di performing art e installazioni punteggiati in quasi ogni sala del pianterreno del museo, qualche intelligentone ha avuto la grandiose idea di trasformare un grosso container pieno d’acqua in piscina in cui il pubblico poteva sguazzare in costume da bagno (e giuro che c’è stata gente che l’ha fatto, nonostante ieri sera si fossero aperte le cateratte del cielo, ci fossero 17 gradi e il container fosse all’aperto). Cavoli loro, che avrei potuto anche tollerarlo, anche se non vedo il nesso con una serata in teoria dedicata all’arte, se non fosse stato per il karaoke alla main hall dove per l’intera serata ragazzotti/e ubriachi/e hanno macellato allegramente i grandi successi degli anni Ottanta e con essi le mie orecchie, visto che ero di servizio nella sala adiacente. Ma almeno non facevano altre cose stupide come arrampicarsi sulle statue di Rodin o di Lord Leighton come altri con il cervello annebbiato dall’alcol. Karaoke, drinks e piscine: sono atterrata a Benidorm e nessuno me l’ha detto??