Museo Rosenbach in cima ad Apricale

Creato il 23 luglio 2014 da Scrittoreprogressivo
"Un teatro a cielo aperto" così Giancarlo Golzi ha definito la location di Apricale. Come non essere d'accordo?
Apricale, sorta di fiabesco acrocoro alle spalle di Ventimiglia,  più in alto di Camporosso e di Dolceacqua,  sotto l'astronomica culla di Perinaldo.
Nella bellissima piazza, mirata con complicità dal Castello della Lucertola, lo scorso 20 luglio il Museo Rosenbach ha tenuto una performance densa di magia. Una magia creatasi dall'avvicendamento di più componenti.  Da un lato l'incertezza del tempo, quasi sconfitto dall'ostinazione delle note. Dall'altro,  una playlist che ha assunto una particolare valenza di suggestione ambientale.
Lo Zarathustra apre e chiude una serata arricchita dagli ultimi frutti di Barbarica.
Emozioni, tante, ma si tocca l'apice quando Alberto Moreno annuncia Abbandonati, indicandone la triste quotidiana attualità e il pensiero corre subito ai profughi inghiottiti da un mare ancora troppo nostrum. L'Africa a due passi evocata dalla jam di percussioni posta a preludio del brano. Golzi e i due giovani Christian Merlo e Loris Grattarola con i loro tamburi vicini.
Tutto è filato liscio. Repertorio più che collaudato,  affiatamento collettivo al top e feedback al calor bianco grazie ad un pubblico attento e affettuoso.
Su questi monti c'erano i lupi, un tempo; noi, ne abbiamo avvistato uno sul palco che ruggiva come un leone (non di Sheffield ma di Genova). [Riccardo Storti] copyright foto Andrea Torassa

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