Musica alla Biblioteca Casanatense
Per Paola Bernardi
21 maggio 2011
E' un curioso intrecciarsi di tempi e di luoghi: il "Che si può fare?", della veneziana Barbara Strozzi (1619 - 1664) risuona fra le file ordinate di volumi austeri della Biblioteca Casanatense. Quest'Aria, composta in Laguna verso la metà del Seicento, rivive nella voce di Gaia Petrone, giovane e brava cantante di Vieste.
Con la statua del Cardinale Casanate (1617-1700) benedicente, sullo sfondo, ascoltiamo le pene d'amore della bellissima cantante e compositrice.
E' un pomeriggio splendido dove un'insolita luce, che filtra dalle tende, ha trasformato la Città Eterna in Città Virginale, dai marmi bianchissimi e lucenti come dopo la pioggia.
La tiorba risuona sensuale, il clavicembalo sospinge la melodia col suo accompagnamento continuo, la viola da gamba è malinconica. Ma più di tutto è la voce che emerge, i versi struggenti sulla vita dove "le stelle ribelli non han pietà". La sentiamo sospirare di quel perfido amore che "un respiro diniega al mio martirio".
Come non parteggiare con te, Barbara? Più ancora di Monteverdi, di Frescobaldi, di Diego Ortiz è bastato un tuo verso e tutti ci siamo sentiti partecipi della tua pena, del tuo dolore, tanto femminile e composto.
Meno male che le campane della vicina Chiesa di Sant'Ignazio si son messe a chiamar messa. Troppo ìmpari la lotta e allora la voce della virtuosa (o cortigiana che fosse) Barbara è tornata al silenzio.
Ma continuiamo, profondamente impressionati, a portala dentro.
Gaia Petrone, mezzosoprano
Bruno Re, viola da gamba
Andrea Damiani, tiorba
Gino Nappo, clavicembalo