Questo biscotto ha origini antiche: sembra infatti che fosse già tradizionale in epoca romana con il nome di “Mustaceum” a solennizzare i Saturnali.
Notizie certe del dolce, nella forma a noi conosciuta, appaiono nel 1606, anno a cui risale un bando del Marchese di Jeraci, in cui, a causa della scarsezza del frumento, era vietata la confezione di biscotti e “mustazzola“.
L’evoluzione della ricetta e la diversificazione della forma finale nei secoli successivi può essere seguita consultando vari dizionari del dialetto siciliano del 700/800: da biscotto piatto e romboidale cotto al forno con tutti gli ingredienti mescolati nell’impasto stesso, si passa a un biscotto di sola farina, cannella e vino cotto poi ricoperto da ingredienti crudi (miele, frutta secca, bucce d’arancia candita, e così via); per arrivare poi a un biscottino farcito con impasto crudo e poi passato al forno, ottenuto partendo da un rettangolo di dieci centimetri circa per cinque di pasta di farina tipo “00″e vino cotto.
In quest’ultimo caso, che costituisce la ricetta in uso a Catania e provincia, verrà poi arrotolato a sigaretta, conferendogli la caratteristica forma a ciambellina o ad “S”. Vengono poi praticati dei piccoli tagli decorativi che fanno emergere a fine cottura il bruno ripieno, essendo cotti in forno a temperatura dolce, in modo che la pasta asciughi mantenendosi però lievemente umida senza colorarsi e senza divenire troppo croccante.
Col passare del tempo si sono diversificate alcune varianti della ricetta che pongono l’accento sull’abbondanza di un ingrediente in particolare: ci sono per esempio i mustazzoli di miele in cui scompare il vino cotto e appare il latte nell’impasto; oppure prevale l’uso della cannella e dei pinoli; o ancora, quelli al fico d’india, in cui al vino cotto si sostituisce il succo del frutto omonimo ridotto con una lenta bollitura ad un terzo del volume iniziale.
Dire quindi che ogni comune siciliano ha la sua personale ricetta per i mustazzoli potrebbe essere un’esagerazione, anche se la realtà non è poi così diversa da questa affermazione. Di zona in zona, infatti, i mustazzoli si differenziano notevolmente sia per la forma sia per gli ingredienti. Tra quelli più utilizzati possiamo trovare anche l’arancia a pezzetti, il cacao amaro, lo strutto, limoni e pistacchi; tutti variamente combinati con gli ingredienti già menzionati per questa ricetta della Sicilia nord-occidentale.
Ecco qui di seguito la ricetta completa.
Ingredienti
1 litro di vino cotto
Farina “00″ q.b. ad ottenere un impasto consistente ma malleabile
Mandorle abbrustolite, pistacchi freschi pelati, nocciole tostate e tritate, pinoli
Buccia d’arancia candita
Un pizzico di cannella
Un chiodo di garofano tritato finissimo (facoltativo)
250 gr. di miele
Nota: le dosi del miele, della frutta secca, dei canditi sono variabili. Alla fine si deve ottenere un impasto che possa esser distribuito facilmente con un cucchiaio senza risultare troppo molle.
Preparazione
Mettete il vino cotto in una casseruola, portandolo a bollore. Unite setacciando la farina, mescolando di continuo in modo che non si formino grumi. Cuocete fino ad ottenere un impasto consistente.
Versate poi il composto su un piano di marmo, fatelo raffreddare e tirate la pasta a 2/3 mm. Tagliate dei rettangoli di 10 cm per 5, farcite non troppo abbondantemente e poi date la forma a “S” o a ciambellina.
Con una forbice, eseguite i tagli sul dorso dei biscotti, infornate su una teglia imburrata, e fateli cuocere a forno dolce a 140°-150° per 30 minuti circa. Fateli raffreddare, e se preferite spolverizzate con zucchero a velo.
Buon appetito!