La stagnazione di questo settore è uno dei motivi di grave preoccupazione per gli addetti ai lavori. Cosa fare per contrastare questo andamento? C’è innanzitutto da prendere atto di un trend negativo generato da una complessa situazione economica e finanziaria che ha portato gli istituti di credito a pretendere un tasso finale sempre più alto.
E’ proprio l’innalzamento dello spread a spaventare i potenziali clienti. L’incremento del costo del denaro ha avuto infatti come corollario un ulteriore shock per un sistema bancario già precario e per il quale i governi dell’area Ue stanno studiando già da tempo delle soluzioni ad hoc. Sul tavolo delle ipotesi, in questo senso, c’è l’idea di un supporto da parte dei paesi sovrani.
Intanto, però, le banche sono costrette a rivalersi sui clienti: lo spread è giunto a livelli da guinness scalando e raggiungendo niente di meno che quota 2%: una autentica zavorra in tempi in cui gli indici Euribor e Irs sono ai minimi. Nei giorni scorsi sull’argomento si era già espresso un preoccupato Enrico Lodi, Direttore Generale Credit Bureau Services di CRIF ‘Da gennaio a settembre 2011 i mutui sono in calo del 23% rispetto allo stesso periodo del 2010. Una situazione parecchio allarmante, le famiglie vedono un fuuro nebuloso all’orizzonte e si ritraggono di fronte alla prospettiva di un finanziamento‘.