Questa situazione ha comportato l’aumento del tasso Euribor (parametro di riferimento che serve per determinare il tasso variabile dei mutui), che da gennaio è salito in media di mezzo punto percentuale. Nel contempo il tasso Eurirs (parametro di riferimento per i mutui a tasso fisso) invece è sceso da gennaio in media di mezzo punto.
Si presenta dunque il solito interrogativo per la scelta del mutuo: tasso fisso o tasso variabile? Cosa succederà in futuro?
Conviene ancora il tasso variabile? Diciamo di si. Considerando che non si prevedono
imminenti e grossi rialzi dei tassi, oggi i mutui a tasso variabile sono ancora convenienti rispetto a quelli a tasso fisso (in media siamo intorno al 2,80% contro il 4,40%).
Però il tasso fisso può rappresentare una buona opportunità ed è da prendere in considerazione, sia dal punto di vista emotivo (è più rassicurante), ma anche perchè i tassi di oggi, poco sotto il 4,50%, si avvicinano a quelli di un anno fa quando erano del 4% (nei mesi scorsi erano arrivati ben sopra il 5%).
Comunque, prima di decidere, occorre sempre consultare il sito giusto e fare un rapido calcolo della rata del mutuo, in modo da vedere la precisa differenza tra la rata del tasso fisso e la rata di quello variabile.
Ma oltre che il tasso fisso ed il tasso variabile, in questa fase sono stati riscoperti dalle banche i mutui a tasso misto. Questa categoria di mutui, detti anche rinegoziabili, permette di cambiare tasso più volte durante la vita del mutuo stesso, passando dal variabile al fisso e viceversa, senza vincoli di procedura di tipo burocratico e senza spese o penali. Infatti la rinegoziazione è prevista dal contratto e può essere prefissata a intervalli regolari di tempo o effettuata in qualunque momento. Inizialmente può essere deciso il tasso di partenza del mutuo (fisso o variabile), che di solito è variabile, ma ci sono delle eccezioni, dove il tasso inziale è obbligatoriamente fisso. Quindi, per coloro che oggi stipulano mutui per la prima casa esiste anche questa opportunità, che attualmente sembra una soluzione ottimale per chi è indeciso su che tipo di mutuo scegliere, perchè è questo un modo per cautelarsi contro impreviste variazioni dei tassi.
Sembrano diventati poco interessanti, invece, i mutui variabili con cap, cioè con tetto massimo predeterminato, in quanto costano di più rispetto ai variabili puri (lo spread è maggiore di mezzo punto) ed anche perchè il tetto massimo va dal 5,50% al 6,20%.