Il decreto continua stabilendo la rinegoziazione dei contratti di mutuo a tasso fisso, di quelli non agevolati e di quelli stipulati prima del 31 dicembre 2001.
Cos’è successo?
A fronte delle oscillazioni del mercato che hanno portato ad un’impennata del tasso soglia e che quindi hanno esposto le banche al rischio di vedersi imputato il reato di usura con tutte le conseguenze penali e civili che ne conseguono, il Governo emana questo decreto, un vero e proprio atto per fronteggiare l’emergenza mutui, ma soprattutto un atto per fronteggiare il pericolo che la stabilità del sistema bancario stava per correre.
Inutile dire che questo decreto è stato aspramente criticato e sul punto è intervenuta la Corte costituzionale la quale in sostanza ha sentenziato che il Parlamento è sovrano e può legiferare liberamente e la Corte non può intervenire su questa materia.
La Corte in sostanza ha ravvisato il pericolo che il sistema bancario stava correndo e ha deciso di non intervenire sul decreto del Governo convertito poi in legge dal Parlamento; l’unica nota dolente rimane che la normativa anti usura dettata dall’articolo 644 del codice penale e dall’articolo 1815, comma due del codice civile risulta notevolmente ridimensionata. Ci siamo già occupati dell’argomento parlando dei tassi di interesse usurai e dei pericoli dell’usura nelle precedenti settimane.