MUVE di Federico Lombardo/ arte

Creato il 24 novembre 2010 da Roberto Arleo @robertoarleo
a cura di Daniela Cotimbo

Accostandosi al lavoro di Federico Lombardo (Castellammare di Stabia, 1970), due appaiono le caratteristiche determinanti per comprendere la natura della sua ricerca.In primo luogo veniamo “folgorati” dalla tecnica iperrealista che congela le figure in una ieraticità inaccessibile, pur rendendone la fisionomia con particolare attenzione al dettaglio. Successivamente, ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa di digitalizzato, non manifesto nella sua fisicità, così come siamo abituati ad esperirla in relazione alla pittura. Si tratta di una metodologia operativa che richiama la processualità della pittura nel gesto, nella fusione cromatica, nella spazialità ma che al contempo acquista una nuova valenza rispetto alle dinamiche del digitale. In tal senso, il percorso di Lombardo è venuto delineandosi a partire dal 98’ e si muove proprio verso questa smaterializzazione pittorica che, partendo dall’acquerello è poi approdata verso la pittura aerografata e infine è giunta al digitale non escludendo però improvvisi ripensamenti, ritorni alla matericità, contaminazioni e “corruzioni”.Questa riflessione sul mezzo risulta doverosa in un’epoca il cui l’immagine monitorizzata va sempre più assumendo una defunzionalità che la porterà a diventare mero elemento espressivo ed estetico. L’immagine a metà tra espressione del gesto e riproducibilità fotografica assume una nuova identità attraverso le peculiarità del mezzo utilizzato.In questo caso però è opportuno far riferimento anche al tipo di soggetto proposto. Il volto umano è, da sempre, uno stargate attraverso cui penetrare l’animo per mezzo dei suoi tratti distintivi. Su questo argomento sono state elaborate vere e proprie teorie scientifiche e sociologiche. Dal pensiero aristotelico, alle ricerche anatomiche Michelangiolesche, fino alle dottrine Lombrosiane e alle implicazioni sull’evoluzionismo e la distinzione di razza.Ma nel lavoro di Lombardo questa ossessiva investigazione assume la finalità di individuare le forze che soggiacciono ai movimenti dell’animo. L’artista riscontra nelle forme che costituiscono la fisionomia quali arcate sopraccigliari, il movimento opposto della curva delle palpebre, la sfericità dell’iride, elementi di ridondanza che sembrano identificare principi di somiglianza con le leggi che regolano la natura. Vi è dunque la ricerca di un continum attraverso cui l’individuo nella sua singolarità ritrova la sua condivisione con il circostante.Così i ritratti, seppur presentati nella straordinaria somiglianza con il proprio referente, manifestano anche la loro diversità, la proiezione di un sé dislocato dalla singola riconoscibilità, territorio di confine tra l’individualità e la fredda alienazione di un universo che ha sostituito alla carne e al sangue, pixel e calcoli numerici e che attraverso questa riconfigurazione ricerca un nuovo diritto di esistenza.
Dal 10 dicembre 2010 al 31 gennaio 2011Galleria Maniero, via dell'Arancio 79, Romada martedì a sabato ore 16-20vernissage 10 dicembre ore 18:00Ingresso liberoinfo@galleriamaniero.it www.galleriamaniero.it
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