MWC 2016: la realtà virtuale porterà all’isolamento?

Creato il 24 febbraio 2016 da Techzoom

Uno dei grandi temi del Mobile World Congress di quest'anno è stato sicuramente la realtà virtuale. Dal Gear VR di Samsung al Vive di HTC, abbiamo visto un sacco di impressionanti hardware che promettono di portare la virtual reality al massimo livello. Oltre alla bellezza dell'high tech però, c'è anche da riflettere attentamente su quello che sarà il futuro della realtà virtuale.

Realtà virtuale come i social network: come andremo a finire?

Mark Zuckerberg, il CEO di Facebook, ha annunciato al Mobile World Congress l'avvento di una grande novità che potrebbe cambiare la vita delle persone, creando un'attesa ricca di desiderio per una nuova tecnologia come la realtà virtuale.

Da quanto è stato detto, la virtual reality dovrebbe aiutare le persone ad avere meno difficoltà nella socializzazione con gli altri individui, ma sarà vero? Pensiamo ad esempio ai social network: per quanto siano molto utili per la comunicazione istantanea con amici e parenti da ogni parte del globo terrestre oppure nonostante facilitino molto i rapporti lavorativi per l'immediatezza della comunicazione, Facebook ha portato anche aspetti negativi. Secondo alcune ricerche, chi sta spesso su Facebook non migliora la propria posizione all'interno della società, ma ha ancora più difficoltà a rapportarsi con gli altri.

Infatti, la comunicazione virtuale non ha niente a che vedere con quella reale, anche solo per il fatto che quando si parla con una persona si guarda dritta negli occhi invece che leggere le sue parole scritte su uno schermo. Quindi, i giovani ormai schiavi dei social network rischiano, se gli eccessi non vengono controllati, di arrivare ad uno stadio di isolamento totale dalla realtà che li circonda, dalle persone e dagli avvenimenti.

Non fraintendetemi, la realtà virtuale ha moltissimi aspetti positivi, come il fatto di poter seguire un meeting o parlare con una persona a migliaia di km di distanza come se fosse lì con voi, ma questo non porterebbe a far perdere di valore il momento in cui si vive una data situazione annullando completamente la mancanza e l'immaginazione?