MWSF '11: i consigli di Dave Hamilton per mantenere un Mac snello e veloce

Creato il 31 gennaio 2011 da Mikkozzo @iwantafreeland
Scusate la mia assenza dal blog, ma l'influenza ha colpito anche me. Ma mi farò perdonare subito. Dave Hamilton di The MacObserver ha dato una conferenza al Macworld 2011 sulle piccole attenzioni per avere un Mac rapido e scattante: “Running Your Mac Lean, Clean, and Mean”. Si tratta di una serie di consigli dati a uno che se ne intende: presidente del The MacObserver da 9 anni e da 3 anni Hamilton trasmette il podcast Mac Geek Gab sui trucchi e consigli da applicare alla piattaforma Mac OS X.
La conferenza è divisa in due parti. Nella prima parte, Dave Hamilton ha parlato di come alleggerire il proprio Mac, dal boot alla velocizzazione del Finder. La seconda parte, che magari farà l’oggetto di un altro post, si concentra piuttosto su come recuperarsi da disastri che colpiscono l’hard disk.
Iniziando dall’avvio della macchina, vi sono spesso degli script che girano e appesantiscono l’esecuzione dei programmi ed occupano memoria inutilmente. In Preferenze di Sistema > Account, nella sezione Elementi di Login ci sono le applicazioni che vengono lanciate all’avvio del Mac. L’idea è di rimuovere tutte quelle inutili; se si è in dubbio è meglio cercare su Google l’uso dell’applicazione che si vuole rimuovere.

Ci sono anche programmi di terze parti che si occupano di ripulire i programmi all’avvio del Mac. Uno di questi è Lingon, che offre un’interfaccia grafica per Mac OS X Snow Leopard, per creare ed editare i file di configurazione di launchd (il programma che gestisce l’avvio dei servizi di base del computer, incluso il login). Usando Lingon, è importante di non fare danni e quindi meglio limitarsi a toccare solo le voci: My Agents, User Agents, User Daemons.
Nel computer è anche probabile che vi sia un cospicuo numero di plug-in installati e che non servono mai, così come altri file inutili. È quindi opportuno cancellare tutto quello che non serve nelle seguenti directory:
  • /Library/Internet Plug-Ins
  • /Library/Input Managers
  • /Library/Application Enhancers
  • /Library/Contextual Menu Items
  • /Library/PreferencePanes
  • /Library/StartupItems
  • /Library/QuickTime

Anche in questo caso un software di terze parti può tornare utile: Diablotin permette di editare gli elementi di login, oltre che tutti i plug-in presenti nel Mac, inclusi quelli di QuickTime, Internet, i suoni, le fonts. Non c’è bisogno di cancellare i plug-in: Diablotin permette di disabilitarli e por riabilitarli nel caso tornino a servire.
La pulizia della cache è un altro elemento importante da considerare. Per questo, Onyx è un elemento quasi indispensabile. Si tratta di un’utility presente dai tempi di Mac OS X 10.2 Jaguar e che consente effettuare operazioni di mantenimento sul proprio Mac, oltre che configurare alcune opzioni nascoste di Mac OS X.

Infine arriviamo al Finder. Avere un Finder veloce migliora molto la qualità dell’uso quotidiano di un Mac. Hamilton ci dà un paio di accorgimenti per rendere la ricerca più veloce. Iniziando da Preferenze di Sistema > Spotlight, si ha la possibilità di selezionare il tipo di file che normalmente si cerca. Riducendo questa lista, i risultati del Finder saranno diversi e si concentreranno solo sui file utili. Un avviso per gli utenti di Leopard: i messaggi iChat sono considerati “Mail”, non più “Documenti”.

Per ridurre la base di dati di Spotlight, conviene anche dire al programma quali directory non vogliamo incluse nella ricerca. Per esempio, i miei file di fotografie sono numerati e quindi Spotlight non può cavarci fuori nessuna informazione utile. Spostando nell’area Privacy le cartelle che vogliamo escludere dalla ricerca, faremo in modo che Spotlight le ignori.

Una volta limitata la ricerca di Spotlight, è bene ricostruire il database. Questo si fa da terminale usando mdutil:sudo mdutil -E [path] dove il path è la directory radice del disco che si vuole indicizzare: / o /Volumes/[nome disco]Nella maggior parte delle situazioni il comando sarà:sudo mdutil -E /
Un’altra opzione è usare l’opzione di Onyx per quest’operazione, nella sezione Maintenance.

Come nota conclusiva, Dave Hamilton ci fa notare che i sistemi Unix (e Mac OS X è un sistema operativo di derivazione Unix) sono usati pensando a programmi che restano in esecuzione per giorni o settimane. Invece, in un computer “consumer” di casa o di lavoro, generalmente si aprono e chiudono numerose applicazioni, numerose volte al giorno. Il risultato è che la RAM di Mac OS X, la memoria virtuale e le cache si riempono e si frammentano. Il grande segreto è quindi: riavviare il computer spesso!

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