Tanto ruvida, rumorosa e sgraziata fuori, quanto delicata, fragile e accogliente dentro. Non penso che sia un caso che la band abbia assegnato l'incipit del loro primo disco a un pezzo che si chiama Soft as snow (but warm inside), dove la neve sta a definire il rumore bianco e freddo delle chitarre, contrapposto al calore interno delle melodie. È proprio questa contrapposizione che sta alla base del loro suono. Una cosa tipo: siamo tanto tormentati che vogliamo aggredirti con un bel wall of sound in modo che tu, ascoltatore, rimani un po' stordito, ma sotto sotto, se ascolti bene, ci siamo anche noi, ti va? Poi sta a voi decidere se vi va, eh, però il bello dei MBV è proprio questo. Se questo non fa per voi, passate avanti, vi capisco. Non sempre si ha voglia di stare nell'occhio del ciclone, ma ogni tanto aiuta a portare un po' di scompiglio, e magari le vostre idee ne hanno bisogno. Loro ci sono, in carne e ossa, ma sono talmente timidi che si nascondono dietro le distorsioni: prima il caos e poi tutto il resto. Però poi scavando scopri che tutto il resto sono melodie lineari e etere, sospese all'interno di una nuvola di polvere e adolescenza, Come in una bufera di neve, ma tenendo per mano qualcuno.
Balthazar Smth
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