Cosa possono aggiungere al “British” dei primi anni ’90 con qualche richiamo elettronico depechemodiano da indie-band i leccesi My secret windows con questo loro primo disco? Undici tracce di quel pop-rock così classico che non se ne ha mai abbastanza, ritmi concitati e capacità di architettare arrangiamenti complessi, tendenti al barocco. Quest’opera prima compie lo sporco lavoro di unire energie garage, psichedelia, scale armoniche da musica nera e reiteratività colta, in un miscellone commovente come i discorsi urlati di chi non sa calibrare le proprie emozioni. Da ascoltare assolutamente My sweetie brother, brano che apre con rabbia il disco, Calling of Martha e My dear friend, possibili ulteriori tracce di Hail to the thief (forse troppo). Impeto ed immediatezza che fanno star bene: un fangoso concentrato di idee.
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