Nada Pivetta, sottorilievo c4, ceramica, 59x 63 x3,5 cm - Foto: Jurgen Becker
NADA PIVETTA: Progetti aperti. La mostra, da non perdere, proseguirà fino a sabato 11 febbraio 2012 allo SPAZIOTEMPORANEO di Milano (click: MAPPA): Scultura esperienziale Note sui recenti lavori di Nada Pivetta di Angela Madesani – Lo studio di Nada Pivetta è posto in un fabbricato all’interno di un cortile alla periferia nord-ovest di Milano. I suoi grandi spazi non lasciano adito ad equivoci: si tratta dello studio di uno scultore, di una scultrice nel suo caso. Un termine oggi desueto. Il sistema dell’arte, infatti, da tempo, non prevede più la presenza di pittori, scultori, incisori, sono tutti artisti, che non vogliono essere chiamati che così. Con lei la storia è diversa. Pivetta è una scultrice nel senso più pieno del termine. Basta guardarla quando tocca, accarezza le sue opere: lo fa in modo speciale, con un amore particolare verso la materia che conosce, che apprezza, che distingue. «Ogni materiale ha il suo sogno, la sua immaginazione e dunque le sue prerogative. È il materiale stesso che determina il rapporto che si ha con esso. Un rapporto che per me è molto intenso, determinante»(1>vedi note). >
Nada Pivetta è una di quegli artisti che parla poco di poetiche astratte, si esprime, piuttosto, attraverso il suo lavoro. Vi è un pragmatismo evidente nel suo essere donna e nel suo essere artista a trecentosessanta gradi, che non può sfuggire a uno sguardo attento. Il suo studio è popolato da presenze scultoree: pezzi di legno, perlopiù cirmolo, quello che usavano anche Andrea Brustolon nel Veneto fra Sei e Settecento, e poi i blocchi di creta, il forno per la cottura della ceramica, gli arnesi, i tavoli. Nessuna concessione. Potremmo definire il suo atteggiamento anti-concettuale, non per una presa di posizione, ma per un modo di essere. Quando si parla con lei del suo operare, della sua poetica, emerge immediatamente il senso profondo e la sapienza indubbia del fare.
Nada Pivetta, sottorilievo c0, 2011,ceramica, 137 x 147 x3,5 cm
Da Spaziotemporaneo non sono in mostra delle sculture nel senso proprio del termine, ma dei progetti per la città. Progetti aperti, non destinati ad un luogo particolare. Da alcuni anni ormai la sua ricerca è indirizzata in tal senso. Le piace progettare e realizzare delle sculture che potrebbero essere collocate in uno spazio pubblico e in tal senso va letta anche l’esperienza del laboratorio fatto con alcuni studenti di Brera per una nuova stazione della Metropolitana Milanese (2). In realtà il suo cammino in tal senso ha un momento iniziale, ai tempi dell’accademia, a Brera, quasi vent’anni fa: all’ultimo anno, il suo professore di Scultura, Giancarlo Marchese, aveva proposto ai ragazzi di progettare una scultura per Piazza Diaz. Nada era entrata totalmente in quella dimensione, trascurando tutto il resto. Oggi legge quell’episodio come una sorta di premonizione, come il momento iniziale di un percorso, che è diventato il senso del suo lavoro. Certo il nostro momento storico ed economico non offre grandi possibilità per progettare monumenti, sculture per le città. Ma non è questo il senso della faccenda.
L’artista, lo scultore non deve realizzare orpelli, inutilità retoriche di vuota declamazione, quanto piuttosto partecipare con gli architetti, con gli urbanisti alla progettazione del territorio. Un tema sul quale si potrebbe a lungo dibattere. «Sono stimolata dal fatto di potere pensare e progettare per uno spazio che appartiene alla collettività, che lo vive quotidianamente, che non sia già pensato come espositivo. Il mio non è un lavoro museale. Mi piace pensare e, ancor di più, mi piacerebbe potere realizzare delle opere per una realtà che sia vissuta dalla gente, dalle persone» (3). Con questa mostra, Nada Pivetta offre a chi guarda l’idea di come affronterebbe una parete, una superficie esterna, ma anche sotterranea, orizzontale, verticale, poco importa. In tal senso va letta la presenza cospicua di quelli che lei chiama i sottorilievi, dove schiaccia la materia-la creta-e va sotto la superficie. Sono dei progetti urbani, dei pensieri, che trovano già una realizzazione nelle sculture in mostra.
Negli ultimi anni si è parlato spesso, forse troppo e impropriamente di arte pubblica. Questa può essere considerata tale? Nada Pivetta la legge come pubblica nel senso più proprio del termine, pubblica perché è
Nada Pivetta, paesaggio,2011, fusione in ghisa,13x 28x10 cm
del pubblico, si può vivere, ci si può camminare sopra, può diventare esperienza tangibile della materia, della forma. In tal senso perde la sua aura di opera d’arte per entrare all’interno di un discorso più ampio, se si vuole con una valenza sociale, anche se la sua non è una ricerca politicamente, socialmente impegnata, nel senso con il quale il termine viene comunemente letto. La sua idea di sociale è più ampia, più aperta, legata alla sua natura di donna aperta al mondo, pronta a misurarsi con nuove esperienze. Mi pare che ad oggi l’aspetto più stimolante per una scultrice come lei sarebbe quello di lavorare fianco a fianco con un architetto.
Durante il secolo scorso scultori e architetti spesso hanno collaborato e lavorato nella stessa direzione, si pensi in tal senso, solo per fare un paio di nomi, alle esperienze di Arturo Martini (4), a quelle di Lucio Fontana (5). Ma si pensi anche all’importante esperienza di architettura scultura di Le Corbusier, Notre Dame du Haut a Ronchamp. Uno degli aspetti più coinvolgenti della mostra che andiamo qui a presentare è che essa non offre delle risposte, ma apre piuttosto dei quesiti. Non ci viene proposto un lavoro ultimato, ci vengono proposte delle sculture in fase progettuale, che potrebbero trovare una collocazione nello spazio pubblico. Ma anche nella fase in cui vengono presentate possiedono una chiara autonomia che dà loro un senso e un valore.
Nel suo operare la parte progettuale è lunga, complessa, si parte dal disegno per giungere alle carte, come dei cartamodelli, per poi giungere al bozzetto vero e proprio, alla scultura preparatoria. In attesa che qualche cosa succeda. In mostra saranno anche una serie di piccoli lavori di legno, pensati anche per essere fusi in ghisa, un materiale il cui esito finale è simile alla creta. La ghisa è un materiale povero, asciutto, è un materiale urbano che non lascia spazio ai fronzoli, alle inutilità. I legni talvolta funzionano da matrici per i sottorilievi. Sono leggeri e profumati. La superficie levigata e talvolta passata con una velatura di bianco diviene piacevole al tatto. Il bianco è un colore che è spesso presente nei suoi lavori, anche in quelli realizzati con la creta. Bianco che tende a coprire e a uniformare le diverse parti della superficie. Ma nelle sue crete, lavorate come delle pelli è anche il rosso (6) che diviene un trait d’union imprescindibile fra la materia pittorica e quella scultorea. In tutto il suo lavoro è una tensione alla leggerezza, quella della quale ha parlato Calvino nelle sue Lezioni americane (6), la leggerezza del software in aperto contrasto con la pesantezza dell’hardware.
Pare un ossimoro se si pensa alla scultura, alla materia, concettualmente pesante. La sua è una ricerca, un cammino in tal senso, è il tentativo della sintesi che ha studiato nelle sculture di Mario Negri, al quale guarda da anni con grande interesse, all’asciuttezza di Umberto Milani, altro modello per il suo operare. Nell’opera dello scultore è un rapporto profondo con la materia, che deve essere lasciata respirare. Nada Pivetta ha un totale rispetto per la materia con la quale lavora, il suo è l’atteggiamento di chi sa, di chi vuole ascoltare per cogliere le esigenze dell’altro. Basta poco per mutare la direzione complessiva di un’opera. Vuole che il suo tocco si integri perfettamente con quanto sta facendo, per riuscire a trasmettere un senso di ritmo, di armonia, in cui le diverse componenti del tutto sono in perfetto equilibrio fra loro.
Testo dal catalogo della mostra di Angela Madesani
NOTE - 1 N.Pivetta, conversazione con chi scrive, dicembre 2011. 2 artesottomilano.blogspot.com 3 N.Pivetta, conversazione con chi scrive, dicembre 2011. 4 Per fare degli esempi le sue opere realizzate a Milano per l’Ospedale di Niguarda, per il Palazzo di Giustizia, progettato da Marcello Piacentini, così come per l’Arengario. 5 Lucio Fontana ha stretto rapporti con numerosi architetti, in particolare con i razionalisti. 6 In questo senso è attratta dai colori e dalle ceramiche di Carlo Zauli. 7 I.Calvino, Lezioni americane: Sei proposte per il prossimo millennio, Gar
Nada Pivetta, composizione 1, 2011, legno policromo
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NADA PIVETTA: Progetti aperti - fino al 11 febbraio 2012
SPAZIOTEMPORANEO di Patrizia Serra
Via Solferino, 56 - 20121 Milano
tel. e fax. 02 6598056 è aperto al pubblico dal martedì al sabato dalle ore 16 alle 19,30
www.galleriaspaziotemporaneo.it
e-mail: spaziotemporaneo@tiscali.it
Nada Pivetta, composizione 1, collage, 2011, 65x 21,5 cm
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Nada Pivetta
http://www.nadapivetta.com/ - nadapivetta@libero
Nada Pivetta, sottorilievo c5, 2011,ceramica,60x60x2,5 cm
Nada Pivetta è nata a Milano nel 1970, dove vive e lavora. Nel 1992 si e’ diplomata in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Nel 2005 disegna l’immagine guida del XVII congresso nazionale FABI, Federazione Autonoma Bancari Italiani.
Nel 2009 la scultura Icaro e’ il Premio Economia Brianza dalla Camera di Commercio Monza e Brianza; partecipa al concorso Cura e Speranza, indetto a Milano dall’Ospedale Maggiore di Niguarda : la sua opera è selezionata e acquisita nella collezione dell’Ospedale.
Nello stesso anno vince il premio del pubblico al concorso Scultura nella città, progetti per Milano, indetto dal Museo della Permanente.
Nel 2010 viene invitata per una residenza d’artista a Shanghai da Winnie Wong di West Gallery.
Recentemente la sua opera e’ stata scelta, come artista di nazionalita’ italiana, per la collezione di Arte Contemporanea della Banca Centrale del Lussemburgo.
Attualmente e’docente di Plastica Ornamentale presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano ed e’ impegnata in una collaborazione con Metropolitana Milanese per un progetto di decoro delle nuove stazioni della metropolitana.
ESPOSIZIONI PERSONALI
2012 Progetti Aperti, a cura di Angela Madesani, Spaziotemporaneo, Milano
2011 Le Cyclop, a cura di Maria Rosa Pividori, testo critico di Lorella Giudici, Galleria 10.2!,
Milano
2011 L’anima e la pelle, a cura di Chiara Gatti, Gli Eroici Furori, Milano
2010 Anatomia del ricordo, testo critico di Cristina Muccioli, Galleria Totem il Canale, Venezia
2008 I giardini dell’arte, a cura del Teatro della Fantasia Pane e Mate, Fallavecchia, (MI)
2006 Bankausstellung, Banca Popolare di Sondrio, Basilea, Svizzera
2004 L’otre. In Claro Fonte, Palazzo Someda, Fiera di Primiero, Trento
2003 Attracco, a cura di Valeria Vaccari, Galleria Quintocortile, Milano
2002 Sculture e acquarelli, a cura di Valeria Vaccari, Villa Marazzi, Cesano Boscone (MI)
2001 La luce contro la luce, testo critico di Valeria Vaccari, Associazione Gheroartè, Corsico (MI)
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ESPOSIZIONI COLLETTIVE e CONCORSI
2011 Premio Maccagno, a cura di Claudio Rizzi, Civico Museo Parisi Valle, Maccagno
Superfici Attive, a cura di Anna Comino, Spaziotemporaneo, Milano
MiArt 2011, Spaziotemporaneo, Milano
Bergamo Arte Fiera 2011, Gli Eroici Furori, Bergamo
2010 Mosaic Commune, a cura di Winnie Wong, West Gallery, Shanghai, Cina
Premio internazionale di Scultura Mastroianni, Associazione Piemonte Arte, Torino
Arte sul territorio, a cura di Angela Madesani, Borgomanero,(No)
Il bianco e il nero, a cura di Eugenio Bitetti, Galleria 70, Milano
2009 Cura e Speranza, concorso per la realizzazione di una scultura, indetto dall’Ospedale
Maggiore di Milano Niguarda.
Opera selezionata e acquisita nella collezione dell’Ospedale.
Miniartexitilcosmo, XIX mostra di arte contemporanea, a cura di Luciano Caramel, mostra
mostra itinerante tra Como,Venezia e Parigi.
Scultura nella città, progetti per Milano, concorso indetto dalla Società per le Belle Arti ed
Esposizione Permanente, vincitrice del premio del pubblico, Milano
Storie a confronto, Spazio Tadini, presentazione di Angela Madesani.
2008 Profilo d’Arte, a cura di Milena Gamba per Banca Profilo, Museo della Permanente, Milano
Metafore della figura, a cura di Claudio Rizzi, Spazio Guicciardini, Milano
NERO – profondità ed emersione, a cura di Matteo Galbiati, MIM, Antico Palazzo della
Pretura, Castel’Arquato (PC)
Cassandra, a cura di Cristina Muccioli, MAC Marotta -Mondolfo Arte Contemporanea, (PU)
XXIV Rassegna Internazionale Giovanni Segantini, libera accademia di pittura Vittorio Viviani, vincitrice del premio di Scultura Rocco Addamiano, Nova Milanese, (MI)
Con.creta.mente, 6° Rassegna Nazionale per Artisti Ceramisti Contemporanei, Museo d’Arte Contemporanea, Albissola, (GE)
S-cultura #, a cura di Matteo Galbiati, Guido Iemmi Studio d’Arte, Milano
2007
Arte Contemporanea in Lombardia. Generazione anni ’70, a cura di Claudio Rizzi Civico Museo Parisi Valle, Maccagno, (VA)
SerrOne. Biennale giovani. Monza 07. 30 artisti per 5 critici, a cura di Cecilia Antolini, Chiara Gatti, Carlo Ghielmetti, Lorenzo Giusti, presentata da Matteo Galbiati, Serrone della Villa Reale, Monza, (MI)
Fiordarte, Philippe Daverio e Giorgio Lodetti, Centro Commerciale Fiordaliso, Rozzano (MI)
Ambientare l’Arte, percorsi e segreti, a cura di Antonella Protagiurleo, testo critico di Roberto Borghi e Donatella Airoldi, Parco dei Fontanili di Rho (MI)
Ritmi/3, a cura di Matteo Galbiati, Pinacoteca Civica, Villa Soranzo, Varallo Pombia (NO)
2005 Arte05, Kronenmattsaal, Biningen-Basilea, Svizzera
Il senso del corpo - Premio Arti Visive San Fedele 2004/2005, a cura di Angela Madesani, Andrea Dall’Asta S.I. e Stefano Pirovano, Galleria San Fedele, Milano
Veste di creta, MART, Rovereto (TN) (workshop d’artista pubblicato).
2004 Viaggi e Intemperie, a cura di Ludovico Calchi Novati, Spazio Pestalozzi, Milano
La via degli elemosinieri, Virgo Potens, a cura di Annotazioni d’Arte, Milano
2003 Premio di Studio di Arti Visive “Angelo Tenchio”. IX edizione, a cura di Luciano Caramel, Ex Ticosa, vincitrice del premio acquisto Associazione Amici dei Musei di Como, Como
2002 Artisti della Galleria, a cura di Giulio Residori, Spazio Ergy, Milano
La preponderanza del grande, a cura di Ivan Quadroni, Scaldasole (PV)
2001 Menotrenta. VI Edizione, testo critico di Francesca Pensa, Spazio Hajech, Milano
2000 Premio Autore Donna, Castello di Rosignano, vincitrice del premio speciale, Rosignano Marittimo (LI)
1992 Salon, II Edizione, a cura dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Galleria Arte Borgogna, Milano
1990 Artisti in Erba, Biblioteca comunale, Erba (CO)
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