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Nagorno Karabakh. Soldato armeno spara e uccide militare azero. Tensione resta alta

Creato il 30 luglio 2013 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

karabakhdi Giacomo Dolzani

È stata giudicata dal governo di Baku una “violazione della tregua da parte delle forze armene” l’odierno scontro a fuoco in cui ha perso la vita Kainat Abdullaiev, soldato azero ucciso da un militare armeno durante una delle tante scaramucce che si verificano, ormai da decenni, tra i due eserciti sul confine dell’enclave del Nagorno Karabakh (Artsakh in lingua armena).
Da quanto riferisce il ministero della Difesa azero il militare è stato ucciso nella notte nel distretto di Tartar, vicino alla frontiera presidiata dall’esercito armeno, il quale avrebbe violato il cessate il fuoco dando origine alla sparatoria.
Le ricostruzioni fornite da Baku, soprattutto quando si parla di Karabakh, sono però spesso di dubbia imparzialità; è in corso infatti ormai da anni un conflitto con Erevan, causa di quotidiani scontri a fuoco nelle zone di confine per il controllo della regione, rivendicata sia dall’Azerbaigian che dall’Armenia.
Il Nagorno Karabakh, pur avendo una popolazione costituita per oltre l’80% da armeni e pur essendo la regione storicamente legata all’Armenia, sotto l’Unione Sovietica è stato assegnato all’Azerbaigian, rendendolo di fatto un’enclave in territorio straniero.
Questa mossa da parte di Mosca è stata probabilmente dettata dalla volontà di mantenere buoni rapporti con il governo turco, da sempre sostenitore dell’Azerbaigian, in quanto paese musulmano e ricco di giacimenti petroliferi.
L’interesse di Baku nell’avere in controllo del Karabakh sta invece nel fatto che l’intera regione è un altopiano il quale, grazie alla sua quota elevata, domina gran parte del territorio azero; in questa zona inoltre hanno la loro fonte ed il loro tratto iniziale molti dei fiumi che riforniscono d’acqua buona parte delle province azere circostanti ed anche la stessa Baku.
Dopo la dichiarazione di indipendenza dell’Azerbaigian dall’Urss, il 30 agosto 1991, la regione del Nagorno Karabakh, in conformità con i diritti che le garantivano le leggi sovietiche, decise di non legare il proprio destino a Baku ma invece di costituire una propria entità indipendente, il 6 gennaio 1992 dichiarò quindi anch’essa la propria indipendenza.
Di conseguenza, per garantirsi il controllo della regione, pochi giorni dopo, il 31 gennaio 1992, l’Azerbaigian attaccò il Karabakh, ma la guerra non portò i risultati sperati, ci fu infatti l’intervento dell’Armenia a fianco dei propri connazionali insieme a molti volontari e, nel maggio 1994, finita la guerra, dei 30mila morti rimasti sul campo ben 25mila erano azeri; la fine del conflitto diede al Nagorno Karabakh la possibilità di sottrarsi all’autorità di Baku, diventando di fatto una repubblica autonoma.
Nei decenni successivi alla firma della tregua i rapporti tra Baku ed Erevan sono rimasti estremamente tesi e lo sono ancora oggi, i due infatti non hanno ancora trovato un’intesa sullo status della regione, che da parte sua vorrebbe ricongiungersi con la madrepatria, e le sparatorie tra militari che presidiano i confini sono ancora fatti all’ordine del giorno.

da Notizie Geopolitiche



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