Esco di corsa dalla stazione di Yamashina, salgo al volo nella macchina squadrata - tipicamente giapponese - degli Ebihara, e si parte. Adoro i lunghi viaggi in macchina, mi sono mancati da quando sono qui. Ryu è sempre silenzioso e quando guida non fa eccezione. Simon si addormenta, Tomoko e Miguel scherzano. Fuori dal finestrino, inaspettati, dei sakura ritardatari punteggiano le montagne, abbelliscono i bordi di un'autostrada altrimenti anonima.
È iniziata la Golden Week, si capisce anche dal traffico per strada. I giapponesi sfruttano al massimo questo ponte a cavallo tra aprile e maggio per darsi al turismo, spesso interno.
Nagoya dista più di cento chilometri da Kyoto, e il viaggio dura quasi due ore. La prima tappa è il Toyota Commemorative Museum of Industry and Technology, che mostra l'evoluzione dell'industria tessile e racconta la storia della famosa casa automobilistica nipponica. Non nascondo che entrambi i temi mi appassionano pochissimo, ma come una bambina trovo da divertirmi spingendo bottoni che azionano meccanismi complessi e a loro modo affascinanti.
Ci ritempriamo con un gelato e poi ci avviamo verso casa. Sulla strada però facciamo una sosta al Tenno-gawa Koen di Tsushima: Tomoko vuole vedere i glicini (藤 fuji). Intorno al ruscello che scorre in mezzo al parco, decine di alberi dai fiori lilla si riflettono nell'acqua. Quando sono davanti a qualcosa di così bello non riesco proprio a trattenere l'entusiasmo, e cerco di trasmetterlo - con risultati alterni - alle persone che ho intorno. "You really like pretty things", mi dice Simon, e non posso dargli torto.
In macchina si addormentano tutti, io guardo fuori dal finestrino e nel buio non vedo più i sakura, ma le luci della prefettura di Shiga in mezzo alla valle mi consolano.
La Golden Week per me è appena cominciata. Paolo è su un aereo che domattina atterrerà a Osaka.