Tutti noi abbiamo i nostri momenti difficili. Giorni in cui la mancanza di senso si insinua strisciante e sprofodiamo nel cinismo e nel sarcasmo. Giorni in cui smettiamo di credere nell’amore e nel fatto che alla fine andrà tutto bene.
In momenti come questi sarebbe una benedizione sentire una sottile e incerta voce di bambino che canta una canzone carina.
La mia conoscenza della letteratura nordica è molto limitata. Ho letto pochissimi libri e conosco di nome pochissimi autori. Una lacuna che mi piacerebbe colmare, come quasi tutte le lacune letterarie che ho, ma che non so mai da dove partire per iniziare a farlo. Forse dovrei andare a caso e fidarmi del mio istinto. Perché è stato proprio lo scegliere a caso, il mio istinto, a portarmi tra le mani Naif.Super di Erlend Loe, libro norvegese pubblicato in Italia prima da Feltrinelli e ora da Iperborea, con la traduzione di Giovanna Paterniti.
Non avevo mai sentito nominare né l’autore né il titolo, ma quando l’ho visto in offerta in ebook quella buffa copertina e quello strano titolo mi hanno conquistata. Non ho nemmeno letto la trama. L’ho comprato e basta. Ed è stato uno degli acquisti impulsivi migliori della mia vita.
Un libro che è un elogio del candore e della semplicità, attraverso il suo protagonista, un ragazzo venticinquenne che di colpo non trova più un senso alla sua vita. Lascia l’università, lascia il lavoro al giornale e va a vivere a casa di suo fratello, dopo che questi è partito per un viaggio di lavoro e gliel’ha affidata. Qui, il protagonista cerca di ridare un senso, di rifar quadre tutto, anche se non sa bene come. Certo, lo scambio di fax con il suo amico Kim, in cui elencano le cose che hanno e quelle che non hanno, le cose che ricordano del passato e di quelle che piace ora, aiuta. Così come aiutano le chiacchiere con Bøerre, quel bambino che vive sopra di lui e che con lui condivide candore e semplicità, che li portano a compiere bizzarre avventure cittadine. Per non parlare poi delle martellate sul banco da lavoro. Uno sfogo, per non pensare. Poi il fratello lo invita a New York, e il ragazzo si ritrova immerso in qualcosa di completamente diverso, che forse forse lo aiuterà a ricominciare.
Naif.Super è un libro semplice eppure potente. Un libro che tratta temi importanti, come la famiglia, l’amore, il futuro, la paura di vivere e quella di non capire, di lasciarsi trasportare dagli eventi senza averne controllo. E lo fa tramite un protagonista che verrebbe voglia di abbracciare ogni cinque minuti, per i pensieri che fa, per le sue ansie. Abbracciare e dirgli che davvero alla fine andrà tutto bene.
Non mi aspettavo così tanto da questo libro. Soprattutto all'inizio, quando ne ho visto lo stile, tutto in prima persona, direttamente nei pensieri del protagonista, e scritto davvero in modo molto semplice, come un flusso di pensieri. E invece, è un piccolo gioiello. Perché alla fine tutti almeno una volta nella nostra vita ci siamo sentiti così. Tutti ci siamo sentiti sopraffatti da qualcosa di più grande di noi e abbiamo avuto bisogno di un tavolo da martellare o di qualcuno che ci dicesse che alla fine andrà davvero tutto bene. Ed è bello che esistano libri come Naif.Super e personaggi come quello creato da Erlend Loe che ci facciano capire che è normale e soprattutto che non siamo soli.
Io credo che nessuno dovrebbe essere solo. Che si dovrebbe stare insieme a qualcuno. Agli amici. A chi si ama. Io credo che amare sia importante. Credo che sia la cosa più importante.Assolutamente da leggere.
Titolo: Naif. SuperAutore: Erlend LoeTraduttore: Giovanna PaternitiPagine: 252Editore: IperboreaAcquista su amazon:formato brossura:Naif.Super