Napoli: 6 motivi per credere alla Champions. Ecco le rimonte più incredibili della Serie A!

Creato il 28 aprile 2015 da Vesuviolive

Scegliete voi: “Partita finire quando arbitro fischiare” oppure “Non ho sentito la campana“, la sostanze resta la stessa. Due motti per ribadire un solo concetto: bisogna crederci sempre, fino alla fine. Se a dirlo sono sportivi del calibro di Vujadin Boskov o del campione (cinematografico) di pugilato Rocky Balboa qualcosa di vero ci dovrà pur essere. Benitez deve averlo ripetuto come un mantra nel lungo ritiro azzurro e alla fine ha finito per convincere anche Hamsik, Higuain e i loro compagni di squadra. Napoli e il Napoli a lungo hanno sognato di andare a riprendere Lazio e Roma e di qualificarsi per via diretta alla prossima Champions, al di là del cammino in Europa League. Ora ci credono davvero!

Sarebbe una rimonta a dir poco inaspettata. Basti pensare che solo due giornate fa il i partenopei avevano uno svantaggio di 8 punti sui biancocelesti e di 7 sui giallorossi. Adesso, a sei giornate dal termine della Serie A, sono solo 3 le lunghezze che separano gli azzurri dalla Lazio e 2 quelle da recuperare ai danni della Roma.

A dare credito, inoltre, alle aspirazioni del Napoli ben sei casi di rimonte incredibili, rimaste impresse nelle menti e negli occhi di milioni di tifosi italiani. Non importa che queste riguardino la vetta più alta della classifica.

INTER 1970/1971 (campionato a 16 squadre, 2 punti a vittoria): Più nera che azzurra la prima parte di stagione dell’Inter. Ne fa le spese l’allenatore Heriberto Herrera, esonerato ad inizio campionato. Gli subentra Giovanni Invernizzi, ma dopo sole sette giornate il distacco dalla capolista Napoli è pari a 7 punti. Ammontano a 6, invece, quelli da recuperare nei confronti del Milan. E’ proprio allora che comincia la prima storica rimonta della Serie A. L’Inter colleziona 11 vittorie e 3 pareggi, fino ad agganciare i cugini (nel frattempo divenuti primi) a otto giornate dalla fine del campionato. Il sorpasso avviene, poi, già il turno successivo. Da quel momento gli interisti non lasceranno più la vetta della classifica, laureandosi Campioni d’Italia addirittura con tre giornate d’anticipo.

TORINO 1975/76 (campionato a 16 squadre, 2 punti a vittoria): Le reti della premiata ditta Pulici-Graziani non bastano per tenere testa alla Juventus che, a nove giornate dal termine, è a più 5. I bianconeri (primi), però, del tutto inaspettatamente perdono ben tre partite di fila. Passata alla storia la sconfitta a tavolino proprio nel derby: il portiere granata Castellini viene colpito da un petardo lanciato dai tifosi avversari. Il Toro non si fa sfuggire l’occasione e balza in vetta alla Serie A. Ci resterà fino al termine della stagione, quando potrà finalmente festeggiare lo Scudetto.

MILAN 1987/88 (campionato a 16 squadre, 2 punti a vittoria): Tra tutte le rimonte forse la più impensabile. Mancano dieci giornate al termine del campionato e il Napoli (capolista) è forte di un vantaggio sui rossoneri di ben 10 punti. Diventano 4 a cinque dal termine. Le due contendenti sono attese da sfide durissime che possono stravolgere i pronostici, ancora assolutamente favorevoli a Maradona e soci. In effetti è proprio quello che avviene: il Napoli perde con la Juve a Torino e pareggia inaspettatamente col Verona, mentre il Milan batte Roma e Inter. Si arriva così allo scontro diretto più emozionante che la storia della Serie A possa ricordare: alla terzultima c’è Napoli-Milan, con i padroni di casa ancora in vantaggio di un punto. Sono, però, gli uomini di Sacchi a spuntarla, uscendo dal San Paolo con un 2-3 che certifica il sorpasso rossonero. I colpi di scena, tuttavia, non finiscono qui, perché il “diavolo” la giornata successiva viene bloccato sul pari dalla Juve; gli azzurri però non ne approfittano, ma anzi perdono a Firenze, e consegnando così lo Scudetto al Milan, giunto comunque all’ultima giornata.

MILAN 1998/99 (campionato a 18 squadre, 3 punti a vittoria): Una Lazio imbattuta da ben sedici giornate conserva un vantaggio sul Milan – terzo –  di 7 punti, proprio a  sette turni dalla fine. Alla squadra di Berlusconi bastano appena due partite per portare lo svantaggio ad un solo 1 punto: i biancocelesti perdono sia contro la Roma che contro la Juve, mentre i rossoneri hanno vita facile contro Parma e Udinese. Il distacco resta invariato sino alla penultima, quando la Lazio pareggia 1-1 a Firenze, mentre il Milan passeggia contro l’Empoli, sconfitto 4-0. Nella giornata conclusiva del campionato per Zaccheroni e i suoi arriva, così, un insperato Scudetto.

LAZIO 1999/2000 (campionato a 18 squadre, 3 punti a vittoria): La Lazio di Eriksson, a otto giornate dal termine, ha 9 punti di svantaggio rispetto alla Juventus capolista. Nel turno successivo, però, la vecchia Signora viene sconfitta dal Milan, mentre gli aquilotti sconfiggono la Roma nel derby capitolino. Risultati che riducono, così, a 6 il distacco tra le due sfidanti, proprio alla vigilia dello scontro diretto dell’Olimpico. “El cholo” Simeone manda in visibilio lo stadio laziale grazie ad un colpo di testa che firma l’1-0 definitivo. La Lazio è a -3, ma alla quintultima si ferma a Firenze (3-3), mentre la Juve vince 1-2 a San Siro contro l’Inter. Sembra fatta per gli Agnelli, ma alla terzultima Del Piero e compagni perdono clamorosamente 2-0 a Verona, rimettendo in gioco la squadra di Cragnotti, solo 2 punti più giù a due dal termine. Distacco che persiste anche prima degli ultimi emozionanti 90′. La Lazio batte a domicilio 3-0 la Reggina, ma è il gol di Calori a far esplodere l’Olimpico: a Perugia, infatti, sotto una pioggia pluviale che sembra voler far giustizia del gol ingiustamente annullato a Cannavaro nel finale della precedente sfida tra Parma e Juve (vinta da quest’ultimi per 1-0) Collina decide che si deve giocare nonostante il pantano e alla fine la Juve si arrende clamorosamente agli umbri, consegnando il primo ed unico Scudetto dell’era Cragnotti alla Lazio.

JUVENTUS 2001/2002 (campionato a 18 squadre, 3 punti a vittoria): L’Inter di Cuper, a cinque giornate dal termine della Serie A, ha 3 punti di vantaggio sulla Roma di Capello e 6 sulla Juve di Lippi. Proprio alla quintultima i bianconeri guadagnano 3 punti sull’Inter – sconfitta a Bergamo – e 2 sui giallorossi – stoppati sul pari dal Venezia. Alla terzultima altro passo in avanti dei torinesi, che approfittano dei pareggi sia dell’ Inter (raggiunta nel finale dal Chievo) che della Roma (fermata sullo 0-0 dal Milan). A due giornate dalla fine, così, la Juve ha superato Totti e i suoi ed è appena un punto dietro i neroazzurri. I distacchi restano invariati fino all’ultima giornata, quando l’Inter perde clamorosamente 4-2 in casa della Lazio. Viene così superata sia dalla Roma, che dalla Juve, la quale con la vittoria per 2-0 ad Udine, celebra un insperato trionfo.


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